Organico potenziato Infanzia, non ci saranno posti in più: emendamenti bocciati. Si useranno posti altri ordini di scuola. Quanti attivati?

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Nessun posto in più per l’avvio del potenziamento nella scuola dell’Infanzia. Gli emendamenti presentati in occasione del Milleproroghe sono stati bocciati.

Nonostante l’interesse trasversale per il potenziamento della didattica mostrato da diverse forze politiche, gli emendamenti presentati in occasione del Milleproroghe alla Camera, che puntavano ad un aumento di posti per le scuole dell’Infanzia, sono stati bocciati.

Resta, al momento, in piedi solo quanto previsto dallo schema di decreto relativo al sistema integrato 0-6, approdato in Parlamento e attualmente al vaglio delle competenti Commissioni.

Infatti, ricordiamo che i docenti dell’Infanzia erano rimasti esclusi dalla fase C del piano straordinario di immissioni in ruolo, perché nella riforma non era previsto alcun potenziamento.

Adesso, al comma 7 dell’articolo 12 dello schema di decreto è prevista l’attivazione di posti per il poteziamento per la scuola dell’Infanzia, utilizzando “una quota parte delle risorse professionali definite dalla Tabella 1, allegata alla legge 13 luglio 2015 n. 107, relativa all’organico di potenziamento.”

Il che significa che saranno utilizzati gli stessi posti per il potenziamento attualmente attivati, redistribuiti tra i vari ordini di scuola, includendo anche l’Infanzia.

Quindi, nessun nuovo posto, come avrebbero voluto gli emendamenti al Milleproroghe di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta, ma un rimescolamento dei posti già esistenti.

Ricordiamo che, come ha dichiarato la Senatrice Puglisi alla nostra redazione, l’attivazione dei posti di potenziamento nell’infanzia avverrà ma senza creare soprannumerari negli altri ordini di scuola.

Non potrebbe, d’altronde, essere diversamente. Quindi, non avendo nuovi posti a disposizione e avendo limiti nell’attivazione, nella realtà dei fatti i posti per il potenziamento dell’infanzia si potrebbero ridurre a poche briciole.

Sulla questione era intervenuta anche la FLCGIL che, in occasione dell’audizione sulle deleghe e per bocca della sindacalista Anna Fedeli, ha affermato che “non si possono potenziare le risorse per la scuola dell’infanzia togliendole agli altri segmenti del mondo dell’istruzione. La politica aveva promesso un investimento e ora lo deve mantenere, perché altrimenti andrebbe a colpire i precari più deboli, quelli appartenenti a graduatorie ad esaurimento ancora molto numerose”.

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