Erasmus+ e Etwinning: l’altra mobilità dei docenti italiani

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Quando parliamo di mobilità dei docenti italiani il pensiero corre immediatamente ai trasferimenti e allo spesso tortuoso iter che li accompagna.

Quando parliamo di mobilità dei docenti italiani il pensiero corre immediatamente ai trasferimenti e allo spesso tortuoso iter che li accompagna.

Tuttavia sono in aumento anche i colleghi che decidono di fare la valigia per trascorrere un periodo di formazione o di lavoro all’estero, sfruttando le tante opportunità previste anche da iniziative istituzionali. Tra queste, la più nota è certamente Erasmus+, la rete grazie a cui i docenti in servizio e quelli futuri beneficiano di mobilità per studio o per sviluppo professionale all’estero e che da pochi giorni ha reso noti i nomi dei progetti che hanno superato le ultime selezioni.

Con l’apertura del prossimo anno scolastico saranno ben 2028 le persone che, tra insegnanti, dirigenti e personale amministrativo della scuola, faranno un’esperienza di mobilità europea per un corso di formazione, job shadowing o incarichi di insegnamento. Dal sito dell’Indire apprendiamo che sulle 783 candidature ricevute, 761 hanno superato la valutazione formale passando alla valutazione qualitativa, mentre l’approvazione ha riguardato 97 progetti, per un finanziamento complessivo di poco superiore a 4 milioni di euro (€ 4.092.762,00). Nel complesso gli istituti scolastici approvati sono 607: di questi, 80 scuole hanno inviato la candidatura come singolo istituto e 527 fanno invece parte dei 17 Consorzi  coordinati  da un’autorità  scolastica locale/regionale.

Il ministro Giannini lo aveva ricordato sul finire dello scorso anno solare durante l’incontro ufficiale col suo omologo giapponese Hiroshi Hase: “il tema della mobilità e della cooperazione internazionale è strategico in un’area come quella del Mediterraneo in quanto costituisce una possibile risposta alle difficoltà che stiamo vivendo in questo momento storico”.

“Un’attività di formazione europea, indipendentemente dal tipo di mobilità che viene realizzata, è certamente un’esperienza di crescita professionale e di sviluppo di nuove competenze capace di produrre una forte innovazione nella pratica quotidiana di ogni docente” le fa eco Elena Pezzi, referente pedagogico della rete eTwinning, piattaforma attiva da oltre dieci per i gemellaggi elettronici delle scuole. “A differenza di Erasmus+ eTwinning non vincola il docente all’approvazione di un progetto presentato dall’istituto poiché ciascuno può decidere di dare un respiro europeo alla propria attività in classe coinvolgendo gli studenti in un’iniziativa condivisa con altre scuole dello spazio comunitario e spingendoli così a un uso reale della lingua e all’approfondimento dei temi scelti. La maggiore libertà di iniziativa consentita da eTwinning rispetto a Erasmus+ si spiega col fatto che non sono previsti finanziamenti, ma chiaramente non c’è alcun obbligo alla mobilità fisica dei docenti”.

E le potenzialità di Erasmus+ e eTwinning non sono sfuggite nemmeno al vertice europeo su istruzione e formazione che si è svolto a Bruxelles a fine maggio sui temi della promozione dell’alfabetizzazione digitale e del pensiero critico per mezzo dell’istruzione e della formazione. Il Consiglio ha, infatti, citato entrambe le iniziative come strumenti privilegiati anche per il coinvolgimento dei giovani nella vita democratica e nella cittadinanza, contribuendo a migliorare la loro resilienza rispetto ai messaggi estremisti e alla disinformazione. 

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