UIL. Alla Puglia servono almeno 3000 posti per colmare il gap di docenze

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“Le strade per cercare di porre argine alle penalizzazioni conseguenti dal decreto Buona Scuola, per provare a restituire la dignità perduta a tanti docenti pugliesi e qualità all’offerta formativa regionale ci sono, a patto che esista la volontà politica di attuarle”.

Lo dichiara Gianni Verga, Segretario generale della UIL Scuola Puglia, a seguito dell’incontro voluto dal sindacato che ha accompagnato una delegazione di docenti che in questi giorni stanno conducendo la protesta nei confronti degli effetti della Buona Scuola con il Miur e con l’Ufficio Scolastico regionale.

“Abbiamo proposto una serie di iniziative – spiega Verga – che riteniamo percorribili. Innanzitutto andrebbero corretti gli errori della mobilità, causati dell’algoritmo, per far tornare ognuno al proprio posto: del resto ci sono sentenze che dimostrano l’inefficacia del metodo scelto dal Ministero. Quindi, recuperare almeno 3.000 posti, anziché 1.136, dai 25.000 messi a disposizione dalla legge di stabilità: la redistribuzione che vorrebbe l’Esecutivo è a dir poco iniqua, considerando che già la Buona Scuola aveva iper penalizzato la Puglia, regalandole il triste primato di regione più “tagliata” d’Italia, con oltre 500 posti persi, tra docenze e personale Ata. Infine, andrebbe ridotta la media alunni/classe che in Puglia è tra le più alte d’Italia e autorizzata la Regione Puglia ad estendere il progetto “Diritti a Scuola” a tutti gli ambiti disciplinari, nonché riconoscerne il punteggio”.

“Unitamente al turnover e all’APE – chiosa Verga – attraverso le suddette misure minime, si riuscirebbe a porre rimedio ai danni causati dalla legge 107. Apprezziamo la disponibilità del Capo Dipartimento del Miur e dell’Ufficio Scolastico regionale, tuttavia restiamo convinti che la soluzione del grave problema sia legato a una volontà politica al momento assente. Il Governo che parla tanto di ripartenza da Sud continua a dimenticare il Mezzogiorno e, cosa ben più allarmante, a snobbare e umiliare le nuove generazioni, colpendo al cuore il sistema scuola”.

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