Sostegno. Inclusione disabili: mancata corrispondenza tra investimenti e risultati

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E’ nata da poco, grazie ad un progetto dell’Anffas, la prima Piattaforma Italiana degli Autorappresentanti in Movimento, composta da disabili sul piano intellettivo e relazionale, i quali si sono formati per la difesa e la rivendicazione dei propri diritti.

Gli undici autorappresentanti, come leggiamo su vita.it, hanno subito inviato una lettera al Capo dello Stato per rappresentare l’inizio caotico del corrente anno scolastico.

Nella lettera vengono evidenziate le seguenti criticità:

  • problemi relativi all’accesso al trasporto scolastico, per cui tanti disabili non hanno ancora potuto frequentare le lezioni;
  • mancanza di assistenti igienico-sanitari e alla comunicazione;
  • mancata assegnazione, a tutt’oggi, del docente di sostegno;
  • assegnazione di docenti non specializzati;
  • classi affollate;
  • emarginazione nella cosiddetta “aula sostegno”.

Donata Vivanti, presidente di EDF, membro del comitato di redazione dello shadow report all’Onu sull’attuazione della Convenzione Onu, vicepresidente FISH e coordinatrice del gruppo 4 dell’Osservatorio sulla disabilità, ha affermato che, nonostante l’Italia sia avanti a tutti i Paesi europei riguardo all’inclusione e nonostante spenda 6,4 miliardi di euro annui per gli insegnanti di sostegno e 700 milioni di euro  per gli assistenti educativi e di comunicazione, vi sono ancora numerose criticità che rendono difficoltoso il processo di inclusione.

Per la Vivanti non è possibile che, malgrado gli investimenti e il patrimonio culturale italiano in merito, vi siano pochi alunni con disabilità diplomati, rispetto agli altri paesi, e pochissimi laureati. A ciò si deve aggiungere una discriminazione di genere, in quanto le donne disabili laureate sono ancora meno numerose degli uomini con disabilità.

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