Sistema Integrato 0-6, funzioni e compiti di Stato, Regioni ed Enti locali

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Il sistema integrato 0-6 si pone l’obiettivo di promuovere la continuità del percorso educativo dei bambini e delle bambine dalla nascita sino a 6 anni, tramite un processo unitario, portato avanti dalle diverse articolazioni del sistema medesimo, ossia dai servizi educativi per l’infanzia e dalla scuola dell’infanzia statale e paritaria.

Abbiamo approfondito l’articolazione del Sistema e i suoi obiettivi strategici in Riforma 0-6, come funzionerà: articolazione, poli formativi e obiettivi

La realizzazione del suddetto Sistema sarà frutto di un’azione coordinata di Stato, Regioni ed Enti locali, ciascuno dei avrà compiti e funzioni ben definite, come leggiamo negli articoli 5, 6 e 7 dello schema di decreto.

Funzioni e compiti dello Stato

Lo Stato ha, innanzitutto, il compito di programmare e coordinare l’estensione equa del Sistema integrato su tutto il territorio nazionale e di assegnare le risorse, a suo carico, nei limiti del “Fondo Nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione”,  istituito presso il Miur.

Uno strumento, che favorirà l’estensione del Sistema 0-6  sul territorio della Penisola, è costituito dal Piano di azione nazionale pluriennale, che deve essere predisposto dal Governo, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo.

Il Piano allocherà le risorse finanziarie, disponibili per l’ampliamento del Sistema integrato di educazione e istruzione, sulla base di indicatori relativi all’evoluzione demografica e al riequilibrio territoriale.

Altre competenze attribuite allo Stato sono quelle relative a: promozione di azioni rivolte alla formazione del personale del Sistema integrato di educazione e di istruzione, nell’ambito del Piano nazionale di formazione introdotto dalla legge 107/15; definizione dei criteri di monitoraggio e di valutazione dell’offerta educativa e didattica del Sistema, d’intesa con le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli Enti Locali; definizione, tramite apposito decreto del Miur, degli orientamenti educativi nazionali per i servizi educativi per l’infanzia. La definizione degli orientamenti avverrà sulla base delle Linee Guida proposte dalla Commissione per il Sistema Integrato di educazione e istruzione.

Lo Stato, in definitiva, avrà l’onore e l’onere di coordinare tutte le azioni volte alla diffusione del Sistema su tutto il territorio nazionale e alla formazione del personale, in modo da garantire non soltanto l’ampliamento ma anche l’uniformità e la qualità dell’offerta formativa.

Sarà, infine, lo Stato ad attivare, sentito il parere del Garante per la protezione dei dati personali, un sistema informativo coordinato con le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano e gli Enti locali secondo quanto previsto dal decreto legislativo 7 marzo 2005  n. 82 “Codice dell’amministrazione digitale”.

Funzioni e compiti delle Regioni

Le Regioni, nel limite delle risorse disponibili nei propri bilanci, programmano e sviluppano il Sistema integrato di educazione e di istruzione sulla base delle indicazioni del Piano di azione nazionale, secondo quelle che sono le esigenze del territorio.

Esse, inoltre, devono definire le linee di intervento regionali per il supporto professionale al personale del Sistema integrato di educazione e di istruzione, secondo quelle che sono le loro competenze e in raccordo con il Piano nazionale di formazione. Dovranno, quindi, supportare la formazione del personale e innestarla nei Piani di formazione delle reti scolastiche.

Le Regioni, infine, sviluppano il sistema informativo regionale in coerenza con il sistema informativo nazionale, di cui sopra, e collaborano al monitoraggio e alla valutazione del Sistema.

Funzioni e compiti degli Enti locali

Gli Enti locali, nel limite delle risorse disponibili nei propri bilanci, hanno il fondamentale compito di gestire, sia in forma diretta che indiretta, propri servizi educativi per l’infanzia e proprie scuole dell’infanzia, tenendo conto dei provvedimenti in materia delle Regioni e delle norme sulla parità scolastica.

Spetta agli stessi Enti locali, inoltre, accreditare i soggetti privati per l’istituzione e la gestione dei servizi educativi per l’infanzia, nel rispetto delle norme sull’inclusione delle bambine e dei bambini con disabilità e dei contratti collettivi nazionali di lavoro di settore.

Anche gli Enti locali, come lo Stato e le Regioni, realizzano azioni di monitoraggio del sistema nel proprio territorio.

Oltre a quanto suddetto, gli Enti locali: coordinano la programmazione dell’offerta formativa nel proprio territorio per assicurare integrazione  ed unitarietà della rete dei servizi e delle strutture educative; favoriscono iniziative di formazione in servizio per tutto il personale del Sistema integrato di educazione e di istruzione, in raccordo con il Piano nazionale di formazione di cui alla legge n. 107 del 2015; definiscono le modalità di partecipazione delle famiglie; sostengono iniziative ed esperienze di continuità del Sistema integrato di educazione e di istruzione con il primo ciclo di istruzione.

Il Sistema sopra descritto, al fine di conseguire gli obiettivi che la legge delega si propone, cioè l’unitarietà del percorso educativo dei bambini e delle bambine dalla nascita sino a 6 anni, richiede una notevole opera di coordinamento tra i soggetti deputati alla sua realizzazione e un sostanziale sostegno soprattutto agli Enti locali del Meridione, le cui casse sono spesso in rosso. Riuscirà il “Fondo Nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione” a sostenere i suddetti Enti locali? Auspichiamo che ciò avvenga, in modo da offrire la medesima opportunità formativa a tutti i bambini italiani.

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