Presentata proposta di legge per inserire nelle GAE i Diplomati Magistrali e abrogare chiamata diretta

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La scuola, colpita duramente dal governo Renzi, con quella che passerà alla storia come la peggiore legge mai scritta nel settore dell’istruzione, ritornerà con forza in primo piano in campagna elettorale.

Anche se probabilmente non sarà solo la “buona scuola” ad essere oggetto di interventi e proposte abrogative o di sostanziali modifiche, è certo che anche l’INVALSI verrà preso di mira sicuramente da qualche forza politica che ben conosce il settore della scuola e ben ha compreso che è cosa buona e giusta disporne la chiusura e la fine delle sue prove.

Tanti i disastri compiuti e tanti i rimedi da concretizzare. Intanto, arriva una prima proposta di legge presentata da alcuni parlamentari di Sinistra italiana, che entra nel merito soprattutto di due questioni molto calde.

Il precariato nella scuola ha numeri ancora oggi importanti. I precari a vario titolo comprendono i circa 40.000 iscritti nelle GAE, ai quali vanno aggiunti gli altri 420.000 aspiranti insegnanti presenti nelle liste di istituto (di cui 70.000 in seconda fascia perché abilitati e 350.000 in terza fascia). A questi vanno poi aggiunti i 120.000 diplomati magistrali prima dell’anno scolastico 2001/2002 abilitati ex lege dal Consiglio di Stato,  e che ambiscono, a loro volta, a essere inseriti nelle GAE.

Cosa che non avviene per capriccio istituzionale. Con l’articolo 4 della proposta di legge “ si cerca di mettere fine ai continui e contenziosi che stanno minando la continuità didattica, inserendo definitivamente nelle GAE i docenti muniti di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 e i soggetti di cui all’articolo 15, comma 17, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca n. 249 del 2010, per il quale coloro che hanno superato l’esame di ammissione alle scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario, che si sono iscritti e hanno in seguito sospeso la frequenza delle stesse conseguono l’abilitazione per le classi di concorso per le quali era stata effettuata l’iscrizione attraverso il compimento del TFA senza dover sostenere l’esame di ammissione e con il riconoscimento degli eventuali crediti acquisiti; solamente così verrebbe attribuito il giusto riconoscimento delle professionalità e competenze maturate in anni di servizio precario, nonché dei titoli acquisiti con la frequentazione di corsi professionalizzanti e a pagamento”. Altro vulnus inferto dalla legge n. 107 del 2015, si legge all’interno della proposta di legge, “è la previsione del potere discrezionale dei dirigenti scolastici per la chiamata diretta dei docenti, che ha di fatto introdotto condizioni per le quali non esistono requisiti reali, oggettivi, trasparenti e verificabili per l’assegnazione dei docenti, con rischi di tensioni e di conflitti che possono determinare confusione e incertezza alla scuola e alla didattica, oltre che a minare la libertà d’insegnamento, e che con l’articolo 2 della presente proposta di legge si vuole abrogare”.

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