Quota 96: dopo la manifestazione, contro la decisione del governo le reazioni del mondo politico

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redazione – Il comitato civico dei Quota 96 è sceso in piazza il 7 agosto in una manifestazione di piazza contro le decisioni del governo che ha negato l’accesso alla pensione a 4mila docenti che ne avevano maturato il diritto nel 2012.

redazione – Il comitato civico dei Quota 96 è sceso in piazza il 7 agosto in una manifestazione di piazza contro le decisioni del governo che ha negato l’accesso alla pensione a 4mila docenti che ne avevano maturato il diritto nel 2012.

Ancora una volta i Quota 96 si sono visti negare il diritto alla pensione e nella manifestazione di piazza, tenutasi davanti a Montecitorio mentre il Parlamento votava il decreto Madia sulla P.A., hanno dimostrato il malcontento che ormai ristagna nella categoria dei docenti Quota 96, appoggiati in questa iniziativa dai precari della scuola.

Molti gli striscioni e i manifesti di protesta presenti in piazza: i Quota 96, vittime di un errore della riforma Fornero, si sono sentiti presi in giro dalla politica e ignorati dai media, parlano della riforma che impedisce loro l’accesso alla pensione come di “Furto di Stato” e ne chiedono la cancellazione.

Un manifesto in piazza inneggiava alla “Staffetta generazionale” che porterebbe i Quota 96 in pensione e i vincitori del concorso, attualmente senza cattedra, al lavoro mentre un altro, con la foto di Matteo Renzi illustra lo “sberleffo” del Primo Ministro “Quota 96?!?!… Parliamo di cose serie!!!”.

L’intervento di Renzi sulla scuola

E’ della stessa sera l’intervento di Matteo Renzi su La7 in diretta a “In Onda” durante il quale il Presidente del Consiglio parla dell’intervento del governo sulla scuola: “Sulla scuola questo tipo di intervento avrà un grande valore politico e simbolico”. Quando viene chiesto al premier se la scuola sia un suo pallino, Renzi candidamente risponde che “E’ un pallino della gente a casa.

Quando vedi i politici che parlano di edilizia scolastica e di che cosa imparano i figli a scuola, e che si pongono il problema di come dare agli insegnanti un po’ di stima, perché è quello che manca in Italia per gli insegnanti, prima ancora dello stipendio che c’è, è la stima della società, delle famiglie, in questo lavoro che per me è fondamentale.

” Renzi parla della crescita dell’Italia “Tra 10 anni l’Italia crescerà se avrà un sistema educativo più forte e più solido. Siccome la nostra scuola non è così male come viene dipinta ma ha bisogno di essere aiutata e rimessa in condizioni di volare, io sarò giudicato se la scuola riparte o no”. Per i Quota 96 quelle del premier sono soltanto parole, quello che desiderano è un decreto legge che sblocchi la loro situazioni e permetta loro l’accesso alla pensione per il 1 settembre 2014.

M5S in piazza con i Quota 96

Il 7 agosto in piazza con i Quota 96 c’era Alessandro Di Battista del M5S, che ha parlato ai manifestanti dicendo chiaramente che i parlamentari del suo gruppo hanno fatto quello che potevano ma che non si può nulla se i cittadini credono alle parole di chi dice che la riforma del Senato risolverà i problemi dell’Italia. A chi gli chiede come si può uscire da questa situazione, Di Battista risponde “Non votando più questa gente”.

Anche Marzia Marzana, sempre del Movimento 5 Stelle parla alla piazza e spiega che in ogni occasione in M5S ha presentato emendamenti per ripristinare i diritti lesi dei Quota 96. Diritto leso dalla Fornero, fa notare la Marzana, con la sua riforma “ma è anche vero che la riforma è stata poi votata dal Parlamento, dal partito unico Pd e Pdl” ai tempi del governo Monti. Interviene anche

Gianluca Vacca, dello stesso schieramento politico “Da quando siamo in Parlamento affrontando il problema del reclutamento, PAS, TFA, Quota 96 abbiamo sempre proposto un metodo”. Il deputato ribadisce il concetto che la categoria degli insegnanti continua ad azzuffarsi internamente per un diritto negato in una “guerra tra poveri. Unitevi, il mondo della scuola si deve unire” continua Vacca descrivendo la situazione dei docenti disgregati i cui diritti continuano a venire calpestati proprio per la divisione interna. Il consiglio finale di Vacc è “ Non vi fte prendere in giro per l’ennesima volta perché l’Inps ha detto che avrebbe avuto seri problemi se fosse stata approvata la norma in questo decreto. Figuriamoci se dovessero fare un decreto a fine agosto! Non ci sono i tempi tecnici per mandarvi in pensione a settembre”.

Sel in piazza con i Quota 96

Anche Giorgio Ariaudo di Sel ha voluto dare il suo apporto durante la manifestazione dei Quota 96: “Io penso che bisogna chiedere un decreto Hoc. La cosa che hanno in mente loro non è un decreto, ma un disegno di legge Il disegno di legge vuol dire che guadagnano tempo, che non arriverà entro settembre per l’inizio dell’anno scolastico perché non ci sono i tempi tecnici. L’unica possibilità sarebbe un decreto ad hoc ma loro stanno ragionando su un disegno di legge complessivo sulla scuola dove ci metteranno dentro anche i Quota 96”.

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