Precari e Quota96 insieme per sbloccare 4.000 cattedre

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Bilancio positivo, per i Precari Uniti contro i tagli, quello della mobilitazione congiunta del 29 agosto che li ha visti protagonisti di una manifestazione a Roma insieme a insegnanti e Ata di Quota96.

Bilancio positivo, per i Precari Uniti contro i tagli, quello della mobilitazione congiunta del 29 agosto che li ha visti protagonisti di una manifestazione a Roma insieme a insegnanti e Ata di Quota96.

I "Quota ’96", come ormai noto, sono quei docenti e ata che hanno maturato il diritto alla pensione nell’agosto 2012, ai quali è stata però indebitamente estesa, per un grossolano errore di valutazione (l’anno scolastico va da settembre a settembre), la disciplina della Riforma Fornero, sicché si definiscono a buon diritto "detenuti al lavoro". Le pettorine che molti di loro indossavano recavano la scritta "QUOTA 104", avendo essi prestato coattamente servizio per altri due anni e versato i relativi contributi, senza vedersi ancora riconosciuto il sacrosanto diritto alla quiescenza.

In piazza, anche molti nuovi movimenti di precari in lotta, che si sono aggiunti ai Precari Uniti contro i tagli, presenti con diverse delegazioni regionali, mobilitati già dal 2008, cioè dall’epoca dei tagli Gelmini, i quali ultimi pure vennero fatti, guarda caso, ad agosto… Agosto, si sa, è il momento più opportuno per mettere in cantiere le "riforme epocali", cioè i tagli più feroci alla spesa pubblica! La complementarietà delle vertenze appare fin troppo ovvia: i Quota ’96 libererebbero subito altre 4500 cattedre circa, da assegnare a docenti che invece restano supplenti in eterno, con grave danno per la continuità e la tenuta generale del "sistema scuola".

Alla Costituzione si è richiamato autorevolmente e accoratamente il giudice emerito della Corte Costituzionale Ferdinando Imposimato, che dal palco ha denunciato l’ingerenza inconcepibile della Ragioneria di Stato nelle decisioni prese dalla politica e dal Parlamento, e ha proscritto con sdegno il discredito funzionale gettato dai governanti sui professori e sulla Scuola, allo scopo di disincentivare lo studio e di abbassare qualitativamente il livello della formazione e della sensibilità politica del popolo.

Nel pomeriggio, dopo gli interventi dei vari gruppi e del Dott. Vittorio Lodolo D’Oria, che ha parlato di burnout e ha rimarcato l’assurdità delle dichiarazioni della Giannini relative alla "soppressione" delle supplenze,
trenta manifestanti sono stati autorizzati a raggiungere Montecitorio, dove era in corso una protesta dei parenti delle vittime di stragi, cui pure sono tati tagliati i risarcimenti previsti.

E’ stato inscenato, lì, un flash-mob con lenzuola bianche, in cui i "Quota ’96" si sono avvolti, come in un sudario, per evocare la morte dei diritti nel settore della Scuola e nel paese in generale. A mani alzate, poi, senza
autorizzazione, i manifestanti si sono spinti fino a Palazzo Chigi, costeggiando piazza Colonna sotto l’occhio delle telecamere dei giornalisti, accorsi a riprendere l’azione.

Il bilancio della giornata è stato, dunque, più che positivo. Il mondo della Scuola ha lanciato un primo segnale di forte scontento e di opposizione a una politica fatta di slogan e di annunci che cadono nel vuoto più
imbarazzante e deprimente; ha mostrato, altresì, una compatta volontà di respingere le prevedibili linee della novella Riforma, che intende operare nuovi tagli e prefigura la decontrattualizzazione del lavoro intellettuale,
facendo leva sull’ormai demistificata nozione di "meritocrazia", che non solo è incompatibile con la funzione docente, la democrazia scolastica e la collegialità, ma è anche in sfacciato contrasto con l’andazzo vergognosamente clientelare e nepotistico che si registra in tanti settori della vita pubblica e del lavoro.

Marcella Raiola (per il gruppo: PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI)

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