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L’insegnamento come lo svezzamento. Docenti come “guide spirituali”: dispensatori di domande e non di risposte. 5 cose da insegnare

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Dalla crisi dell'economia di scala all'avanzare della società dell'informazione, sta qui la crisi  dell'insegnamento? E' l'era degli insegnanti non più portatori di verità, ma di domande.

Dalla crisi dell'economia di scala all'avanzare della società dell'informazione, sta qui la crisi  dell'insegnamento? E' l'era degli insegnanti non più portatori di verità, ma di domande.

"QUID EST VERITAS?"

Una verità è incontrovertibile, il mondo industrializzato sta vivendo un profondo cambiamento che vede l'economia di scala smantellarsi a favore di una economia incentrata sulla "propulsione umana" e sulla creatività. Un profondo cambiamento che non risparmia la scuola, anzi ne fa il volano del cambiamento.

INDIVIDUI INTERCONNESSI

Altro assioma è la sempre maggiore interconnessione tra realtà ed individui che vede nel progresso tecnologico una spinta irrefrenabile. PC, tablet, ma soprattutto smartphone saranno i principali strumenti di trasmissione della conoscenza e permetteranno una condivisione in tempo reale grazie ad una rete che diventerà quella "coscienza collettiva" virtuale dalla quale poter attingere in ogni istante.

L'INSEGNAMENTO COME LO SVEZZAMENTO

La metafora è di John Abbott, direttore del 21st Century Learning Initiative, che ha messo la scuola davanti alla propria sfida esistenziale: il passaggio ad un modello educativo che produce persone che riescono, consapevolmente e responsabilmente, a vivere interconnesse. E' la sfida della società stessa: se divenire una comunità di individui interconnessi o meri "consumatori", dipendenti dal consumismo e da figure autoritarie.

La scuola, quindi, come motore del cambiamento che deve ripensare il modo di insegnare, dicendo addio alla didattica basata sulla "ricompensa" e trasformare gli insegnanti in "guide esperte". Il modello preso ad esempio da Abbott è lo stesso percorso della crescita di ogni individuo. L'insegnamento dovrebbe basarsi sul sistema biologico dello svezzamento, con la graduale riduzione della dipendenza degli studenti dagli insegnanti. Una iniziale forte dipendenza dovrebbe lasciare il posto ad un graduale allentamento, fino ad una diminuzione drastica nell'adolescenza, quando l'intera comunità (anche virtuale) deve diventare "luogo di apprendimento" e il ruolo dell'insegnante trasformarsi in guida, mentore, lasciando allo studente l'iniziativa dell'auto-apprendimento.

GLI INSEGNANTI DEVONO INSEGNARE A PORSI DOMANDE, NON DEVONO DARE RISPOSTE

"Prima di Internet – scrive Alan November, considerato tra i leader internazionale in tecnologia dell'istruzione – c'erano due cose importanti da insegnare: contenuti e competenze, come la scrittura,". "Ora c'è una terza abilità che è quella di costruire la vostra rete nel mondo."

Alan novembre ha sviluppato una serie di importanti riflessioni su come gli insegnanti possono aiutare gli studenti ad acquisire le competenze di cui avranno bisogno per essere discenti indipendenti. Egli sostiene che gli insegnanti dovrebbero aiutare gli studenti a porre le domande giuste e utilizzare gli strumenti tecnologici a loro disposizione per trovare informazioni credibili. Finita l'era del docente "preparato", come afferma Abbott, "il docente non dovrebbe essere preparato per quella particolare lezione, perché, se lo è, non ha quella giusta flessibilità per adattarsi alle rotte che gli studenti gli suggeriranno."

CINQUE COSE DA INSEGNARE, SECONDO NOVEMBER

L'insegnamento, secondo November, è un processo dinamico, non come mera trasmissione di conoscenze e informazioni. Il compito dell'insegnante è di insegnare come trovare le informazioni.

Insegnare a cercare

Sicuri di essere dispensatori di risposte? Secondo November, l'85/90% delle risposte potrebbe essere trovato con una rapida ricerca su internet. Quindi, parafrasiamo November, invece di fornire le vostre risposte, insegnate agli studenti ad utilizzare Google. Alla sintassi della lingua bisogna affiancare anche la sintassi del sistema avanzato di algoritmi di Google che permetterà di affinare le ricerche. Questo, secondo November deve avvenire entro i primi cinque giorni di scuola.

Insegnare a condividere

Internet permette non soltanto la fruizione, ma anche la condivisione dei contenuti. Una possibilità che deve essere utilizzata dall'insegnante anche in termini di "mutuo" aiuto tra gli studenti. L'esempio preso da November è il sito MathTrain, attraverso il quale Eric Marcos, insegnante di matematica, ha chiesto ai propri studenti di realizzare esercitazioni di matematica per aiutare gli altri studenti. "Perché – afferma November – non sfruttare la propensione dei bambini a connettersi per condividere? Lasciando che si aiutino a vicenda, che 'si insegnino' a vicende e vedere come ciò che stanno imparando può aiutare gli altri?"

Insegnare a seguire le proprie passioni

Novembre è un grande fautore dell'idea di lasciare che gli studenti definiscano e lavorino ad un progetto in modo autonomo. Addio, quindi, ad una "rubricazione" della didattica che lasci agli studenti l'iniziativa, lasciando a loro l'esperienza di definizione del pogetto e la decisione di quanto e quando è "buono". Questi sono quei progetti che hanno in sè una intrinseca motivazione che va al di là del classico apprendimento, trasformandosi in ricerca ed azione.

Insegnare una propria "ecologia di apprendimento"

Ultimo degli insegnamenti base, secondo Alan November: un ottimo modo per insegnare agli studenti come imparare è quello di mostrare loro come gli insegnanti apprendono e quali sono le loro fonti. Questo presuppone, oltre agli apprendimenti classici, una conoscenza, nonché frequentazione di Wiki e librerie digitali, facilmente accessibili agli studenti attraverso tutti i device.

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