Istruzione in Italia: peggiora rispetto alla media europea, con forti divari tra Nord e Sud

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Giulia Boffa – L’Italia è in ritardo rispetto alla media europea in fatto di istruzione: lo attesta il rapporto Istat-Cnel “Bes 2013”, presentato oggi.

Giulia Boffa – L’Italia è in ritardo rispetto alla media europea in fatto di istruzione: lo attesta il rapporto Istat-Cnel “Bes 2013”, presentato oggi.

Nonostante i passi avanti dell’ultimo decennio, il ritardo rispetto all’Europa e il divario territoriale si riscontrano in tutti i settori dell’istruzione, della formazione continua e dei livelli di competenza. Un esempio è il titolo universitario che in Italia è stato conseguito dal 20,3% dei giovani dai 30/34 anni a fronte del 34,6% dell’Unione europea a 27 paesi.
 
Il livello di istruzione dipende dall’estrazione sociale, dal contesto socio-economico e dal territorio: forte il divario delle competenze di italiano e matematica tra gli studenti dei licei e quelli degli istituti professionali, anche tra Nord e Sud la qualità del sistema educativo varia moltissimo.
 
Anche le famiglie influenzano fortemente i risultati. Un tasso alto di abbandono scolastico si nota di più nelle famiglie i cui genitori hanno solo la terza media con una media del 27,7%, mentre scendiamo al 2,9% nelle famiglie i cui genitori sono laureati.
 
Secondo il rapporto il percorso formativo, cioè il processo continuo di formazione che va dalla più tenera età fino all’università, è migliorato per quasi tutti gli indicatori dal 2004 al 2011 in tutta Europa, ma l’Italia resta indietro. E’ aumentata la quota dei Neet, ossia dei giovani tra i 15 e i 29 anni  che non lavorano e non studiano (dal 19,5% del 2009 al 22,7% del 2011).
 
E’ in diminuzione il livello di  partecipazione ad eventi culturali da parte della popolazione italiana, passando dal 37,1% del 2011 al 32,8% del 2012.
 
Il divario tra Nord e Sud è confermato dalla percentuale di diplomati al Nord che è del 59% contro il 48,7% dei diplomati al Sud; la quota di Neet sono il 31,9% nel Mezzogiorno, praticamente il doppio della quota relativa al Nord (15,4%). 

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