Fabbisogno di docenti nella scuola statale e diplomati magistrale lasciati a marcire

Di Lalla
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Fabio Albanese – Nel leggere i dati relativi al fabbisogno di insegnanti pubblicati nel blog di Liborio Butera relativamente all’insegnamento nelle scuole dell’infanzia e primaria c’è da rimanere sconcertati, allibiti, disgustati.

Fabio Albanese – Nel leggere i dati relativi al fabbisogno di insegnanti pubblicati nel blog di Liborio Butera relativamente all’insegnamento nelle scuole dell’infanzia e primaria c’è da rimanere sconcertati, allibiti, disgustati.

Leggiamo:

– per la scuola dell’infanzia 4.957 posti

– per la scuola primaria 4.899 posti

Ci chiediamo perché a fronte di migliaia di diplomati magistrale già regolarmente abilitati ed idonei allo svolgimento della professione (non lo diciamo noi, ma la Legge italiana e i contratti stipulati) che da oltre un decennio sono relegati a fare da tappabuchi, lo Stato italiano non si decida ad adempiere alle norme comunitarie e trasformare i reiterati contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

E’ assolutamente vergognoso che personale in possesso di idoneità professionale e regolare abilitazione, anzi, per dirla con le parole delle norma comunitarie, in possesso di idonea "qualifica professionale", ed in presenza di posti di lavoro disponibili, non si assegnino tali posti a chi da anni è discriminato nelle procedure di arruolamento nella scuola statale e tutto ciò con il beneplacito di taluni "sindacati" che in oltre dieci anni nulla hanno fatto a difesa dei diritti di questi lavoratori.

La discriminazione nei confronti dei diplomati magistrale è semplicemente assurda, illegittima e priva di qualunque fondamento giuridico, frutto dell’incredibile confusione che regna sovrana a Viale Trastevere tra le procedure di formazione e quelle di reclutamento. Confusa al punto che gli stessi funzionari del Ministero confondono la partecipazione ad una procedura concorsuale, per di più accantonata da anni, e riservata a solo personale già abilitato, con la qualifica professionale richiesta per l’esercizio di una professione regolamentata.

E’ una situazione paradossale secondo cui personale regolarmente abilitato può insegnare a pieno titolo nella scuola paritaria anche con assunzione a tempo indeterminato, ma che non viene utilizzato per sopperire alle carenze della scuola statale se non con reiterati ed illegittimi (ai sensi delle direttive comunitarie) contratti a tempo determinato.

Di tutti questi insegnanti, ci faremo portavoce sia presso la Magistratura Amministrativa nazionale, sia, e soprattutto, presso le Autorità dell’Unione Europea, per denunciare un sistema fortemente discriminante, che viola i più elementari principi di dignità dei lavoratori.

Perchè, meglio essere chiari fino in fondo: o siamo idonei ed abilitati all’esercizio della professione, e ciò a prescindere da dove la esercitiamo e con quale tipologia di contratto, o non lo siamo. Non ci sono vie di mezzo, o "mezze abilitazioni" come qualcuno vorrebbe far credere. Le mezze abilitazioni non esistono, esiste la qualifica professinale, che c’è o non c’è. E, ricordiamolo bene, la qualifica professionale non si consegue con un concorso, ma con un titolo di studio (si legga la Direttiva comunitaria di riferimento in questo senso). Pertanto o siamo TUTTI abilitati, o non lo sarà nessuno. Nemmeno chi il concorso lo ha superato 11 anni fa.

*Coordinatore ADIDA

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