Concorso. I ricorsi mortificano il merito. Tarsia: se si rispettassero le regole, non sarebbe necessario rivolgersi al Tar

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red – Nei giorni scorsi, alcuni politici sono intervenuti sui ricorsi che alcuni docenti stanno avviando contro il concorso a cattedre. L’accusa è chiara, i ricorsi mortificano il merito. Abbiamo chiesto all’avvocato Tarsia.

red – Nei giorni scorsi, alcuni politici sono intervenuti sui ricorsi che alcuni docenti stanno avviando contro il concorso a cattedre. L’accusa è chiara, i ricorsi mortificano il merito. Abbiamo chiesto all’avvocato Tarsia.

… cosa ne pensa?

Tali docenti hanno la sola colpa di volersi battere contro un concorso ingiusto, che non rispetta le leggi e le sentenze dei più alti organi di giustizia, che lede i propri diritti. Vorrei far presente che le centinaia di persone che, in questi giorni, mi hanno contattato per ricorrere al Tar Lazio, sono docenti pluriabilitati, vincitori, magari più volte, di concorsi, e per questo motivo inseriti in graduatoria (di merito o ad esaurimento) da più e più anni (in alcuni casi oltre 20).

Il Ministro ha più volte sottolineato che grazie al concorso avranno una doppia possibilità. Non crede sia così?

Alcuni di essi vedevano il ruolo a portata di mano; ora, con l’indizione del nuovo concorso, le probabilità di avere a breve un contratto a tempo indeterminato dopo anni ed anni di supplenza, si ridurranno al lumicino. E, tutto ciò, in presenza di una normativa europea che obbliga il Ministero ad assumere in ruolo dopo 36 mesi di contratti a tempo determinato!

Non pensa abbia ragione chi afferma che i ricorsi puntano soltanto ad aggirare il merito?

Respingo le accuse al mittente, e dichiaro con forza che solo con il blocco delle procedure concorsuali si può porre fine a quella che si preannuncia una vera ingiustizia ai danni dei precari inseriti in graduatoria.

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