Bimbi maltrattati a scuola: le verità nascoste

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Più volte sono stato interpellato dai mass-media per commentare i numerosi episodi di maltrattamenti di bambini piccoli occorsi nelle scuole dell’infanzia e nelle elementari.

Più volte sono stato interpellato dai mass-media per commentare i numerosi episodi di maltrattamenti di bambini piccoli occorsi nelle scuole dell’infanzia e nelle elementari.

Ho sentito commenti inferociti di genitori allarmati e indignati, nei quali si richiedevano ergastoli e pene corporali per le presunte aguzzine, nonché impietose invettive di colleghe insegnanti indiavolate. Di fronte a queste comprensibili reazioni di pancia, ho voluto provare a contrapporre un ragionamento per comprendere l’esplosione del fenomeno e programmarne la prevenzione. Nella migliore delle ipotesi venivo guardato come un alieno, nella peggiore mi si accusava di voler insensatamente difendere dei “mostri”. Poiché resto convinto che la caccia alle streghe non sia la soluzione al problema, cercherò di spiegare pacatamente la mia posizione che non consiste nello schierarsi con una delle due curve.

Inevitabilmente l’educazione/istruzione efficace delle nuove generazioni passa attraverso la ricostruzione di una solida alleanza tra genitori e insegnanti. Questa alleanza registrò le prime crepe ai tempi del famigerato ’68 che diede il via alla contestazione di ogni autorità (a cominciare da quella genitoriale per finire con quella dei docenti), procedendo a livellare ed inopinatamente appiattire ogni ruolo. Per chi non l’avesse ancora capito, ritengo che solo attraverso la ricostruzione dell’alleanza Scuola-Famiglia sarà possibile tornare a formare ed educare compiutamente le nuove generazioni.

Fatta questa debita premessa, torniamo ai nostri giorni in cui la suddetta alleanza è piuttosto una lotta senza quartiere tra scuola e famiglia. Se da una parte gli alunni delle medie e gli studenti delle superiori sanno difendersi (fin troppo bene), dall’altra, la battaglia, diviene impari perché i bimbi sono indifesi e i genitori ignari.

Limitiamoci ora ad osservare i casi dei maltrattamenti di bimbi piccoli, occorsi negli ultimi tempi, e cerchiamo di coglierne significative analogie.

I FATTI OCCORSI E LE LORO ANALOGIE

  • Fino a 3 anni fa i casi erano assolutamente rari mentre oggi sono in evidente e continuo aumento;
  • Nel 90% dei casi le maestre indagate hanno un’età superiore ai 50 anni (61 nell’ultimo episodio di Rimini);
  • La loro anzianità di servizio è mediamente di 30 anni;
  • Il loro comportamento “criminale” comincia sempre dopo decenni di normale e onorata attività e mai a inizio carriera: non si tratta pertanto di “sadiche seriali”;
  • I dirigenti scolastici coinvolti si sono sempre detti all’oscuro dei fatti contestati.

Ora alziamo lo sguardo e affianchiamo a questi elementi, peraltro comuni a tutti gli eventi finora occorsi, i dati generali che si riferiscono all’attuale “Sistema Scuola” e che certamente possono aiutarci a spiegare la genesi del fenomeno nella sua inarrestabile crescita.

LA SALUTE DEI DOCENTI NEL “SISTEMA-SCUOLA” ODIERNO

  • Le malattie professionali degli insegnanti presentano diagnosi psichiatrica all’80% dei casi ma le Istituzioni ignorano volutamente il dato, evitando accuratamente di elaborare e divulgare statistiche nazionali come invece hanno fatto Francia, UK e Germania;
  • La legge (art. 28 DL 81/08) prevede il monitoraggio e la prevenzione dello Stress Lavoro Correlato (SLC) ma non è mai stato stanziato alcun fondo ad hoc;
  • Le quattro riforme previdenziali, succedutesi dal 1992 ad oggi (ultima di queste la “sciagurata” riforma Fornero), hanno operato un drammatico salto dalle improbabili baby-pensioni alla quiescenza a 67,5 anni, senza mai operare un solo controllo preventivo sulla salute dei docenti;
  • Secondo uno studio nazionale realizzato dal sottoscritto con l’ANP nel 2008, i dirigenti scolastici risultano totalmente impreparati in materia medico-legale di loro competenza (es. tutela della salute dei docenti e dell’utenza) perché non è prevista per loro alcuna formazione istituzionale in tal senso. Si noti che, nonostante ciò, da allora nessuna formazione in merito è stata prevista e attuata dal MIUR sull’argomento;
  • Poiché, come già scritto, non sono stati allocati fondi per la prevenzione e il monitoraggio dello Stress Lavoro Correlato, il MIUR non effettua i controlli nelle scuole per verificarne tanto l’attuazione quanto le modalità adottate. Ogni dirigente pertanto fa di testa propria (sempre che faccia qualcosa), ricorrendo alla propria inventiva e senza alcuna scientificità. Spesso la prevenzione dello Stress Lavoro Correlato viene infatti vergognosamente affidata all’ingegnere RSPP che è poi il responsabile della sicurezza dell’edificio, del piano antincendio e dell’antinfortunistica.

RISULTATI CONSEGUENTI

Poiché questa è la situazione, non dovrebbe essere difficile intuire che gli episodi di maltrattamento in crescita, cui stiamo assistendo, altro non sono se non il frutto avvelenato di quella che chiamiamo eufemisticamente la “Buona Scuola”. Inutile pertanto scagliarsi contro le maestre che invecchiando “sclerano” dando i numeri. Da medico non posso che schierarmi per la cura di tali persone che sono a tutti gli effetti da considerare pazienti, privilegiando l’attuazione di strategie preventive che sono, tra l’altro, contemplate dalla legge (DL 81/08). Diffido per giunta dalle telecamere perché nel migliore dei casi possono esserci d’aiuto per una prevenzione secondaria (ci rivelano cioè la realtà dei fatti quando i bimbi hanno già subito i maltrattamenti) ma, al contempo, violerebbero l’art. 5 dello Statuto dei Lavoratori che impedisce le riprese per questione di privacy. Va inoltre considerato che mentre le registrazioni durano mediamente due mesi (quindi un lungo e ulteriore tempo di eventuali angherie per i bimbi) gli atti d’accusa si basano su brevi trailer estrapolati che, spesso, non rispondono alla realtà decisamente più composita e articolata. Infine, come mi scrivono molte insegnanti, “non si può vivere costantemente con la paura di essere denunciati con chissà quale accusa” e difficilmente saranno le telecamere a restituire fiducia alla categoria professionale delle maestre. In effetti vien da chiedersi se le telecamere nascoste oggi nelle nostre scuole, con tutti i loro limiti intrinseci, sono elemento di rassicurazione o stress per la categoria già fortemente provata.

PROSPETTIVE PER UNA SOLUZIONE VERA

Un sistema bacato non può che dare frutti scadenti e dobbiamo smettere di scandalizzarci facendo finta di non vedere i tarli della pianta. Ora li abbiamo messi a nudo ed occorre ricostruire. Cosa? Innanzitutto l’alleanza tra docenti (nella sola Italia 1 milione) e genitori (svariati milioni) perché esigano, pretendano e costringano le Istituzioni inadempienti a studiare, proteggere e promuovere la salute psichica (e non solo) degli insegnanti.

Operativamente occorre che le associazioni dei genitori (aderenti al FONAGS etc) sveglino l’inerzia sindacale sulla questione della tutela della salute dei docenti e, unitamente alle Parti Sociali, esigano dalla politica e dal MIUR le risorse necessarie per far fronte alla prevenzione, monitoraggio e cura dello Stress Lavoro Correlato. A queste voci è poi indispensabile che si uniscano le associazioni di categoria dei dirigenti scolastici (ANP, ANDIS etc) perché possano avere accesso alla necessaria formazione istituzionale in materia medico-legale di loro competenza.

Con gli opportuni stanziamenti sarà possibile informare la categoria sui rischi professionali, attuare i relativi controlli medici, rivisitare il loro sistema previdenziale, formare i dirigenti scolastici su come adempiere le loro incombenze medico-legali. Non appena attuata una simile strategia di prevenzione primaria, diminuiranno fino ad annullarsi tutti i casi di maltrattamento, senza alcun bisogno di installare costose e orwelliane telecamere.

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