In aumento le baby gang al femminile: estorsioni anche ai docenti?

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Sono in aumento le baby bulle, le gang in rosa, che dimostrano rabbia, coltelli e forza bruta contro compagne di scuole o anche sconosciute.

Sono in aumento le baby bulle, le gang in rosa, che dimostrano rabbia, coltelli e forza bruta contro compagne di scuole o anche sconosciute.

"Si è alzato il livello di violenza delle baby gang e rispetto al passato è un fenomeno emergente. Il dato nuovo è che stanno prendendo piede le gang al femminile. O gruppi misti dove le posizioni apicali sono occupate da ragazzine che gestiscono la banda proprio come farebbero i "colleghi" maschi" spiega Mariacarla Bocchino, dirigente del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.

Si mettono insieme italiani e stranieri formando bande che imitano quello che accade nella società adulta. Si passa così dal furto alla rapina, all'aggressione fisica; cominciano in media a 14 anni e delinquono consapevolmente, con menti lucide.

Crescono tra la violenza che assorbono dagli schermi o tra i social: "Il livello di condizionamento è così forte che arrivano a non percepire più la violenza come tale", spiega l'esperta della Polizia, mettendo in luce anche un altro tassello del quadro: "C'è una forma di devianza minorile molto più sofisticata ed è probabilmente quella che prenderà piede nel futuro, legata al mondo di internet con ricatti a sfondo sessuale".

Le baby gang sono formate per lo più da 4-5 ragazzini. Ma possono anche essere più numerose; in questo caso, però, non tutti i membri partecipano all'azione esecutiva; le vittime sono coetanei o anziani, in ogni caso persone deboli, a cui scippano telefonini, a volte minacciandoli, ci sono anche casi di estorsione a danni di insegnanti, maltrattamenti.

Le bulle non sempre provengono da famiglie disagiate, ma anche da famiglie normalissime.

Secondo Paolo Guiddi, psicologo del centro studi di Telefono Azzurro, punto fermo è che gli adolescenti entrano a far parte di un gruppo perché "l'appartenenza ad esso li aiuta a costruirsi una propria identità di adulti".

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