40 ore di lavoro in più e stop a supplenze brevi? Chiariamo, è già realtà

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redazione – Ha suscitato scalpore e polemica il nostro articolo che ipotizzava la proposta politica per il rinnovo del contratto dei docenti. Il nostro punto di partenza è stato il CNPL del Trentino, dove gli insegnanti lavoreranno 40 ore in più.

redazione – Ha suscitato scalpore e polemica il nostro articolo che ipotizzava la proposta politica per il rinnovo del contratto dei docenti. Il nostro punto di partenza è stato il CNPL del Trentino, dove gli insegnanti lavoreranno 40 ore in più.

Anticipiamo il nostro chiarimento. L‘articolo partiva dall’analisi del rinnovo del contratto dei docenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, dove all’interno sono state previste le novità che vi abbiamo anticipato questa mattina.

Si tratta di un rinnovo contrattuale che ha già suscitato molte polemiche nello stesso Trentino, infatti non è stato firmato da tutte le sigle, ma soltanto da CISL e FLCGIL. Mancano le firme di UIL e GILDA.

Ricapitoliamo quanto riportato questa mattina.

Ai docenti è stato chiesto, per contratto, di lavorare 40 ore in più, portando a 120 le ore di attività funzionale all’insegnamento.

Le 40 ore di lavoro aggiuntive sono distribuite in 30 ore da dedicare agli studenti, di cui 15 alle supplenze brevi. Nel contratto è scritto nero su bianco che i docenti in servizio nella scuola dovranno coprire le supplenze inferiori a 5 giorni per la primaria e 15 per la secondaria. Una bella batosta per i supplenti. Si dà scelta di non svolgere supplenze soltanto nel caso si tratti di una sede distaccata.

Il resto delle ore andrà, come già detto nel nostro articolo, per: sorveglianza, accompagnamento in visita d’istruzione, recupero e potenziamento della didattica.

Per quanto riguarda l’accompagnamento per visite di istruzione, a discapito dell’incredulità di alcuni commenti sulla nostra pagina FaceBook, esso è inserito nel nuovo contratto.

A tutto ci si aggiungono 10 ore per la formazione, l’aggiornamento e la ricerca.

Sarà questo il modello dal quale si partirà per il rinnovo del contratto a livello nazionale?

Se si guardano alle coincidenze di quanto in atto in Trentino e alle affermazioni di politici sul taglio delle supplenze, sulla formazione obbligatoria, potrebbe essere il modello di riferimento.

Certo è che il rinnovo del contratto in Trentino (e valido solo per il Trentino) ha portato ad una profonda divisione dei sindacati con la firma di sole due sigle, mentre Gilda e UIL hanno ritenuto inaccettabili tali condizioni.

Cosa accadrà a livello nazionale?

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