Mobilità 2017/18, non dichiarate servizio paritarie. Lettera

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Sarà un’altra estate calda quella che attende i docenti, di ogni ruolo e grado. L’abbattimento del vincolo triennale permetterà, infatti, agli insegnanti di ottenere una sistemazione più gradita o di tornare/avvicinarsi alla propria provincia di residenza. Tuttavia, i pasticci dell’algoritmo dello scorso anno tengono in ansia migliaia di docenti, preoccupati di trascorrere l’ennesimo mese di agosto tra legali, accesso agli atti e procedure di conciliazione.

Non solo: leggendo, qua e là, nei vari gruppi facebook dedicati alla scuola, c’è il timore diffuso che molti colleghi abbiano dichiarato il servizio svolto nel paritario (scuole non pareggiate), con conseguente ingiuste assegnazione di cattedre a discapito di chi ha, effettivamente, i requisti ma si vede scavalcato, semplicemente per aver rispettato le regole.

E’ vero che gli UfficiScolastici sono tenuti a confrontare quanto dichiarato nella domanda con il contenuto degli appositi allegati, ma il rischio di sviste e disattenzioni è umano e sussiste effettivamente, visto l’elevato numero di domande da evadere. Ci si affida, pertanto, al buon senso dei colleghi, nella fattispecie al loro essere educatori e promotori del rispetto, nel senso più ampio possibile.

E’ chiaro che sussiste una palese incongruenza: se il servizio nel paritario vale nelle graduatorie ad esaurimento perchè non dovrebbe valere nella mobilità? E’ ancora più vero, però, che le regole sono state fissate prima della fase di mobilità e, parteciparvi, significa accettarle, non eluderle o fregarsene dando il via ad una serie infinita di accessi agli atti e ricorsi che finirebbe con lo scontentare tutti e spaccare ulteriormente la classe docente.

Ci vorrebbe un segnale forte nei confronti di chi non rispetta le regole.

Serena mobilità a tutti.

Michele Pavoletti

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