Io, docente madrelingua arabo…bocciato per le conoscenze di lingua araba da una commissione di soli italiani. Lettera

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Che questo concorso fosse circondato da tante perplessità lo leggevo dai giornali e dalle riviste specializzate, già da qualche mese, ma dopo la mia esperienza ho tanta amarezza che sento il bisogno di farvi conoscere l’esperienza che ho vissuto pochi giorni fa.

Per migliorare la mia situazione precaria nella scuola, ho acquisito il TFA in arabo ed ho migliorato le mie conoscenze pedagogico didattiche per affrontare il concorso a cattedra, indetto quest’anno. L’unico posto messo a concorso era per la regione Lombardia pertanto ho partecipato e studiato intensamente per poter conseguire l’abilitazione all’insegnamento. E qui inizia la beffa!

Dopo aver superato lo scritto, mi sono concentrato, per tutta l’estate sulla prova orale. Ho affrontato con emozione questa prova che prevedeva il sorteggio di un item da organizzare in unità di apprendimento, appena 24 ore prima della discussione orale. Ero a Milano con il computer, la connessione, il mio bagaglio di conoscenze ed un po’ di tensione. Quella tensione positiva che ti vuol far fare le cose sul serio e bene, perché è questo il lavoro che ho scelto di fare e perché ai ragazzi bisogna proporre esperienze coinvolgenti non solo parole vuote. Ho approfondito le dinamiche relazionali che vanno organizzate per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali e per eventuali studenti non arabofoni, ho messo in atto tutte le metodologie partecipative ed un’azione didattica inclusiva che fosse capace di dare uguali opportunità a tutti ed a ciascuno. Beh! Probabilmente chi mi ha esaminato non aveva ben chiara la didattica che mette in atto il docente nella scuola secondaria di secondo grado, perché mi ha contestato non il percorso della unità di apprendimento ma le mie conoscenze in qualità di lingua madre araba, la qualcosa mi ha offeso non poco.

Dunque perché un docente titolato, abilitato, amato, stimato, lingua-madre è stato vergognosamente umiliato ed eliminato dal concorso alla prova orale? Il suo arabo, suffragato da Laurea conseguita nel suo paese d’origine nonché in Italia, arricchito da Master Universitari, pubblicazioni e collaborazioni con note Case Editrici, riconosciuto tra i migliori durante il conseguimento dell’abilitazione in lingua e cultura araba al TFA nella città di Roma, messo alla berlina da una commissione esaminatrice composta da soli specialisti italiani.

Nessun quesito relativo alla didattica, nessuna lezione interattiva grazie all’uso della LIM (seppur richiesto dalla traccia della prova): la LIM mancava, nonostante il candidato l’avesse prevista ma “ fortunatamente un indispensabile ed insostituibile proiettore. Desta talune perplessità il fatto che la traccia della prova orale richiedesse una lezione che contemplasse la presenza di un alunno BES (con i bisogni educativi speciali) e un altro non arabofono, ma la Commissione è sembrata smarrita davanti alle metodologie e alla normativa che regola l’inclusione e l’integrazione degli alunni BES. Com’è possibile? Certa ed indubbia è la preparazione e la competenza delle Commissioni Esaminatrici scelte accuratamente dal MIUR e selezionate per titoli e capacità? È questa la Nuova Buona Scuola? Quale? Dove? Quando? Integrazione, inclusione, pari opportunità ma se durante il colloquio orale tutte queste cose con l’applicazione di una struttura linguistica araba corretta e seria non vengono valutate ma umiliate e non prese in considerazione (nonostante- a detta di uno dei commissari- I tunisini sono tutta brava gente!), allora perché nella scuola corsi di aggiornamenti, LIM, PC ed eserciti di formatori? Ritorniamo al granone, alle lezioni con la confortante lavagna di ardesia con gesso e cassino. Tutto più reale o paradossalmente irreale? Evviva l’innovazione!!!

Del resto è perfettamente plausibile che un candidato madrelingua e laureato, che ha superato la prova scritta con una votazione medio-alta, non riesca ad avere una tale padronanza della lingua che ha appreso in fasce, da essere giudicato da una commissione tutta italiana (… e all’italiana) gravemente insufficiente nell’esposizione. Che ci sia qualche incongruenza?

Abbiamo accettato nelle partite calcistiche la “moviola” per eventuali errori arbitrali perché la partita della vita di molti precari non viene filmata e conservata agli atti ? Concludendo vi dico, dopo aver un po’ allentato la tensione, che ho molti dubbi che mi assillano. Un concorso di lingua araba prevedeva un colloquio in lingua e ritengo che la mia formazione e la mia vita sempre orientata verso gli studi e la cultura del mio paese sono stati messi in discussione da un docente della commissione, ricercatore universitario a tempo determinato, la cui formazione in lingua araba è avvenuta attraverso la permanenza di quattro anni in un paese del vicino Oriente.

La mia lingua, le mie radici, la mia vocalità, la mia esperienza, il mio pensiero sono stati valutati negativamente e non adatti ad una professionalità docente. Mi piacerebbe confrontarmi e capire meglio le motivazioni di fondo in questo atteggiamento, anche perché io non mollo! Tra poco inizia un nuovo anno scolastico, io sarò lì tra i banchi, nella scuola statale dove insegno da qualche anno, e mi porterò tra le esperienze anche questa, perché una sconfitta migliora la professionalità, fatta di passione, entusiasmo, correttezza, dedizioni e cultura. La mia lingua, la mia storia e la mia personalità sono ben salde, un po’ scalfite, ma solide.

Karim Zarrouk

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