Blundo (M5S), MIUR non risponde con chiarezza su deficit di attenzione, diagnosi ed efficacia dei farmaci

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“È inaccettabile che un Governo impieghi tre anni per venire a rispondere in Commissione a una interrogazione, a maggior ragione quando la stessa riguarda il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, comunemente conosciuto come ADHD, sempre più superficialmente diagnosticato tra i bambini e gli adolescenti nelle scuole ”. Lo afferma la Cittadina al Senato del M5S Enza Blundo.

“Davide Faraone, ora sottosegretario alla Salute – continua la parlamentare M5S – si è limitato a fornire dati parziali e non attuali, confermando in alcuni passaggi la preoccupazione circa gli strumenti, peraltro non specificati nel dettaglio, che vengono utilizzati per diagnosticare il disturbo e soffermandosi solo sulle diverse realtà che se ne occupano e le relative competenze”.

“Il sottosegretario – aggiunge – ha ammesso l’esistenza di un considerevole numero di bambini cui è stato diagnosticato l’ADHD, ma l’aspetto più sconcertante è che non ha specificato nulla sui circa mille bambini che hanno interrotto il trattamento farmacologico. Su quali basi si considerano affidabili i test e le prove utilizzate? Come possiamo essere certi che non vengano fatte delle diagnosi di ADHD a pazienti che invece hanno solo un disagio e potrebbero rispondere benissimo, come peraltro già accade, ad un diverso tipo di trattamenti? Mi sarei aspettata una risposta chiara e scientifica a queste domande, visto che si stanno ancora somministrando a 2908 minori farmaci come l’Atomoxetina e il Metilfenidato, rispetto ai quali attendo ancora di capire quali siano in Italia gli studi che ne comprovino l’efficacia, alla luce soprattutto dell’interruzione del trattamento multimodale da parte di 1032 bambini e adolescenti rispetto ai 3940 ai quali è stato finora prescritto – conclude Blundo.

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