Valutazione dirigenti, alla FLCGIL non piace. “MIUR dimostra di non comprendere il loro lavoro”

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La FLC CGIL mette in evidenza che dopo l’incontro al MIUR del 14 settembre sulle Linee Guida per la valutazione dei dirigenti scolastici e sui materiali che saranno utilizzati per la loro applicazione da parte dei valutati e dei valutatori, non è stato convocato nessun altro incontro.

Molte erano le criticità rilevate:

  • Tutto l’impianto valutativo mostra i limiti derivanti dall’assenza di un vero confronto di tipo contrattuale con le OO.SS. rappresentative dei lavoratori.
    Le Linee Guida conservano le criticità già contestate in occasione della discussione sulla Direttiva Ministeriale per la valutazione (Direttiva 36 del 18 agosto 2016, registrata dalla Corte dei Conti il 2 settembre 2016).
  • La grande distanza fra il profilo professionale assunto a riferimento dal Ministero e il lavoro effettivo dei dirigenti scolastici, sempre ridotti nel numero e sempre più gravati di adempimenti burocratici e di responsabilità.
  • La mancanza di strumenti che garantiscano la necessaria omogeneità nazionale della valutazione dei dirigenti scolastici, dimostrata oggi dai comportamenti inaccettabili dei Direttori Regionali nella individuazione degli obiettivi regionali.
  • L’assenza di un esplicito vincolo per i valutatori a tener conto del rapporto fra risorse assegnate e obiettivi affidati al dirigente.
  • L’esiguità del numero di valutatori formati, esperti e competenti sia sui processi valutativi sia sul concreto lavoro dei dirigenti scolastici.
  • La mancanza di garanzie della terzietà e dell’indipendenza dei valutatori scelti dai Direttori Generali regionali.
  • I documenti fino ad ora predisposti per la realizzazione concreta del processo di valutazione aggravano ulteriormente il lavoro dei dirigenti scolastici.
  • I materiali che accompagneranno il processo di valutazione contengono indicazioni che limitano fortemente l’autonomia professionale del dirigente scolastico in numerosi ambiti: da quello delle relazioni con gli organi collegiali e con le rappresentanze sindacali di scuola a quello della gestione delle risorse finanziarie e dei rapporti con le famiglie.
  • L’apprezzamento del dirigente scolastico, effettuato con un questionario somministrato solamente ai docenti, appare del tutto parziale e incongruo per il peso attribuito nella valutazione, rispetto a quanto previsto dalla legge 107/2015.

Per superare tali criticità il sindacato aveva avanzato queste richieste:

  • Avviare al più presto un vero confronto sindacale finalizzato alla stipula di un’intesa sulla valutazione e sul rapporto fra valutazione e retribuzione di risultato per assicurare l’omogeneità dei Contratti Integrativi Regionali annuali sulla retribuzione dei dirigenti scolastici e per ridurre al minimo le possibili differenziazioni retributive in modo da enfatizzare il carattere sperimentale della valutazione e ridurre le conseguenze delle incongruenze e degli errori inevitabili in ogni processo innovativo.
    Inserire nelle Linee Guida le indispensabili garanzie di competenza, esperienza e terzietà dei valutatori.
  • Eliminare dai documenti di valutazione qualsiasi auto attribuzione di punteggi da parte del dirigente scolastico valutato.
  • Definire obiettivi e azioni professionali alla luce delle effettive competenze dei dirigenti scolastici nel rapporto con agli organi collegiali e nel rispetto del CCNL scuola.
  • Eliminare dai documenti per l’attuazione del processo valutativo questionari reputazionali da somministrare ai docenti.
  • Prestare molta attenzione e rispetto nell’individuazione delle azioni del dirigente scolastico alle funzioni e alle competenze stabilite dalle norme di legge e dai contratti.
  • Evitare di individuare come risultati delle azioni del dirigente “evidenze” che sono invece il risultato del lavoro dell’intera comunità professionale o sono fortemente condizionate da fattori esterni alla scuola.
  • Rispettare l’autonomia delle scuole e dei dirigenti scolastici e, in particolare degli organi collegiali e dei tavoli della contrattazione integrativa, non individuando indicatori e relativi livelli quantitativi su ambiti come l’uso delle risorse finanziarie e contrattuali che devono continuare ad avere come unico riferimento la libertà di scelta delle singole scuole.

Il MIUR non ha fornito nessuna risposta; nel frattempo diversi Direttori Regionali hanno iniziato a pubblicare atti formali che individuano “obiettivi regionali” che avrebbero dovuto, a norma della Direttiva 36/2016, essere “in armonia” con le Linee Guida, che non sono state ancora emanate, e essere definiti “con riferimento al contesto territoriale”.

Si tratta, denuncia il sindacato, di atti gravemente viziati sul piano della legittimità e non coerenti con la norma che si avventurano anche, in qualche caso, nella individuazione degli indicatori quantitativi per la valutazione attribuita dall’articolo 3 del DPR 80/2013 alla competenza dell’INVALSI.

I dirigenti scolastici non sono contrari alla valutazione, ma esigono che sia partecipata, non gravosa e invasiva, efficiente e non sanzionatoria, trasparente ed equa, affidata a soggetti esperti, competenti e terzi rispetto all’amministrazione, finalizzata al miglioramento ed allo sviluppo professionale.

Per questo i sindacati chiederanno il 4 ottobre alla Ministra Giannini di avviare subito un confronto vero con le OO.SS. rappresentative dei dirigenti scolastici.

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