Unicobas sciopera il 17 marzo. Latella “La professione più bella del mondo? l’Insegnamento ovvio! Il fascino della scuola pubblica laica statale è il profumo di libertà!”

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Noi insegnanti, noi genitori abbiamo una grande responsabilità che è quella di preparare con conoscenze e competenze i nostri studenti, prepararli nel miglior modo.

I governi di centro sinistra e centro destra (sulla scuola vanno sempre a braccetto) vogliono che l’insegnante sia “a costo zero”, che sappia prevedere le slavine, che faccia l’educatore, lo psicologo, l’insegnate di sostegno, specializzato sui Dsa, Bes, tutor nell’alternanza scuola lavoro, animatore digitale, responsabile della sicurezza elettronica, valutatore Invalsi, controllori dei servizi igienici, responsabile della sicurezza, responsabili di primo soccorso, ispettori della motorizzazione e revisione di autobus) e se poi non entra in classe chi se ne frega.

Non ho mai sentito dire ai vari ministri e sottosegretari all’Istruzione che la libertà di insegnamento non verrà mai intaccata e che la professione dell’insegnante verrà tutelata perchè è un diritto costituzionale.

E’ fondamentale ricordare che un rapporto cresce tra due soggetti se entrambi vivono in un ambiente sereno.

La fiducia è un sentimento di sicurezza che deriva dal confidare in qualcuno o in qualcosa. E’ una convinzione personale di correttezza e verità e non può essere forzata. Se si ottiene la fiducia di qualcuno si è stabilita una relazione interpersonale sulla comunicazione e sulla condivisione di valori ed esperienze. La fiducia dipende sempre dalla reciprocità.
La scuola pubblica laica statale italiana si sta frantumando i mille pezzi anche grazie a mamma Cgil e non è un caso se il ministro Fedeli arrivi proprio da quella “casa”.
L’Italia è un paese farlocco, il diritto di sciopero è a rischio per volere dei sindacatoni (Cgil, Cisl, Uil, Snals).

Vorrei ricordare che in Europa i sindacati di base come l’Unicobas, Usb, Cobas, hanno molti più diritti ovunque, mentre nel “Bel Paese italico” non ci forniscono neanche un’ora di permesso retribuito. A noi viene negato dall’Ottobre ’99 persino il diritto di tenere assemblee in orario di servizio, anche nelle scuole dove abbiamo 50 aderenti su 100 docenti. Noi lottiamo per una legge che calcoli la “rappresentatività” con elezioni basate su liste nazionali, provinciali e di singolo istituto. Crediamo che questa possa essere una buona base di partenza per una rivendicazione europea. Anche rispetto al diritto di sciopero l’Italia ha fatto molti passi indietro.

La Flc-Cgil non accetta di scendere in piazza con l’Unicobas, i Cobas e l’USB il 17 marzo. Gli autoconvocati Rsu a maggioranza Cgil non ha voluto ascoltare il nostro invito.

Beh questi personaggi con il marchio Cgil dovrebbero spiegare agli insegnanti, al personale Ata e a tutte le famiglie che “grazie” alla loro firma nel 1993 (col Dl.vo 29) è stato imposto in modo vergognoso un tetto agli stipendi . Sono vietati per legge aumenti superiori all’inflazione programmata. Per questo, col passaggio dalla lira all’euro, avemmo un rinnovo del 2% a fronte del dato Istat al 6% e di un aumento dei prezzi al consumo pari al 50%. Per questo, dal 1995 (quando da biennali gli scatti divennero gradoni di 6 e 7 anni) ci siamo ‘autofinanziati’ tutti i contratti, senza i quali, se avessimo conservato anche solo gli scatti precedenti, avremmo uno stipendio ben più alto, ed abbiamo avuto ‘aumenti’ sempre sotto l’inflazione dichiarata (dato Istat) e reale (incremento vero del costo della vita) e non potremo MAI neppure avvicinarci alla media retributiva europea, ove siamo (stando ai costi standard) all’ultimo posto, persino sotto Grecia e Portogallo. La Scuola è divenuta la ‘Cenerentola’ nel calderone indistinto del pubblico impiego, ove la laurea, quando è titolo d’ingresso, frutta uno stipendio iniziale di almeno 1.550 euro, non di 1.300. Il segretario nazionale Unicobas Stefano d’Errico all’incontro della LIP a Roma ha ricordato che bisogna uscire dal pubblico impiego e dal campo di vigenza del DL.vo 29/1993, o risulta persino ridicolo parlare di stipendi (…europei) ma purtroppo anche in quella sede molti hanno preferito non comprendere l’importanza di una scelta politico sindacale che avrebbe ridato importanza, rispetto e dignità alla figura dell’insegnante italiano, dell’intellettuale italiano! L’assuefazione alla Cgil… è disarmante!

I sindacati tradizionali, sono stati complici di tutti i governi in quest’operazione di distruzione delle retribuzioni. Hanno sottoscritto per un trentennio contratti ridicoli dopo che gli scatti d’anzianità sono stati vietati dal Dlvo 29/93, da loro concordato all’epoca con il Governo Amato nei famosi accordi sul costo del lavoro. Il ‘congelamento’ degli automatismi d’anzianità, la manfrina della parziale ‘restituzione’ con la truffa della ‘presa dal mucchio’ del fondo di istituto, oggi così ridotto da impedire la retribuzione degli straordinari del personale ata e delle ore dei progetti dei docenti, vengono da lontano ed hanno origini sulle quali tutti tacciono. La verità che nessuno dice è che nelle leggi finanziarie, da molti anni, non si possono stanziare fondi per gli scatti.
I l primo dopoguerra italiano e tedesco dovrebbero insegnarci che, l’incapacità di risposte sul piano economico e sociale delle sinistre e dei sindacati maggioritari, resero possibile il “passaggio” di parti consistenti di ceti popolari, di intellettuali, anche di classe operaia alla reazione dei ceti borghesi e all’abbattimento delle libertà liberali e dei parlamenti. Purtroppo, ho l’impressione che si commettano gli stessi errori di allora. Per rimanere al nostro caso, abbiamo la necessità di definire un patto d’azione con tutto il sindacalismo di base in difesa del diritto allo studio dei nostri figli, combattere insieme per lo stipendio, per gli scatti, per l’orario di lavoro, per l’età pensionabile, per il diritto ad essere curati senza svenarci nelle spese per le medicine, per i periodi sabbatici gratuiti, per l’imposizione della patrimoniale sulle rendite, per il redditto di cittadinanza per i giovani in attesa di lavoro, per i disoccupati, per i pensionati sociali, per i docenti disoccupati, per il diritto agli studi universitari per i poveri e meritevoli, per il diritto al contratto nazionale e al Consiglio Superiore dei Docenti.

Ribadendo ancora una volta l’urgenza di  uscire dal pubblico impiego e dal campo di vigenza del DL.vo 29/1993, se vogliamo ritornare a percepire stipendi in linea con quelli europei. Ridare importanza, rispetto e dignità alla figura dell’intellettuale italiano e mi riferisco agli insegnanti italiani è il primo passo per salvaguardare la libertà e la democrazia!

Noi dell’Unicobas scenderemo in piazza insieme ai Cobas e all’Usb il 17 marzo a Roma, lo faremo con la convinzione che difendere un diritto costituzionale come l’istruzione statale sia non solo un dovere ma un diritto.

La professione più bella del mondo? l’Insegnamento ovvio! Il fascino della scuola pubblica laica statale è il profumo di libertà!

Paolo Latella

Segretario della Lombardia
Membro della direzione nazionale Unicobas

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