Riforma classi di concorso, lauree che non danno accesso all’insegnamento. Lettera

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Oggetto: Ulteriore discriminazione della riforma “La Buona Scuola”. Reclamo avverso il non riconoscimento dell’equiparazione tra le classi di laurea 59/S e LM-59

Onorevole Ministro Giannini, sono una laureata in Scienze della Comunicazione, nello specifico ho conseguito la laurea specialistica in “Pubblicità e comunicazione d’impresa” (classe 59/S) agli inizi del 2010.

Le scrivo per porre alla sua cortese attenzione un’importante problematica legata alla riforma “La Buona Scuola” inerente i titoli di laurea in comunicazione che danno accesso alla classe di insegnamento A-18 Filosofia e Scienze umane (ex 36/A).

Entro nel merito: come confermato in un colloquio avuto all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del MIUR, la legge 107 del 2015 consente alla laurea magistrale LM-59 “Scienze della comunicazione pubblica, di impresa e pubblicità” di accedere alla suddetta classe (con il vincolo di possedere un determinato numero di crediti formativi in area pedagogica, filosofica, sociologica e psicologica) ma nega tale possibilità alla laurea specialistica 59/S “Pubblicità e comunicazione d’impresa”.

Tale scelta appare tanto singolare quanto ingiustificata e produce effetti discriminatori e penalizzanti nei riguardi dei laureati alla 59/S, alla luce del fatto che nel passaggio dall’ordinamento didattico 509/99 al 270/04 la laurea specialistica 59/S e la laurea magistrale LM-59 hanno mantenuto il medesimo percorso formativo, la cui coerenza e la cui continuità dei contenuti è stata preservata nel corso degli anni.

Ciò è verificabile comparando i piani di studio sostenuti dagli studenti iscritti alla 59/S e quelli alla LM-59: piani di studio che sono stati riorganizzati ma la cui sostanza è rimasta immutata e il cui confronto toglie ogni alone di astrattezza intorno alla questione ed evidenzia in modo oggettivo l’ingiustizia creata dal decreto.

Per tali ragioni mi pare utile illustrare quanto detto, portando come esempio quello di una delle maggiori università pubbliche italiane, “La Sapienza” di Roma, all’interno del quale si inscrive il mio caso, che riguarda tanti altri giovani che hanno conseguito la laurea specialistica in “Pubblicità e comunicazione d’impresa”, i quali, allo stato attuale, vengono privati di un loro diritto. Di seguito riporto, quindi, una tabella che sintetizza i piani di studio (allegati alla presente e visionabili sul web) degli studenti: – immatricolati, come me, alla laurea specialistica nella classe 59/S nell’a.a. 2007-2008; – immatricolati allo stesso corso nell’a.a. 2008-2009, per i quali è stato previsto il passaggio automatico all’ordinamento 270/04 nella classe LM-59; – immatricolati alla laurea magistrale nella classe LM-59 nel 2009-2010, anno in cui è entrato in vigore il DM 270/04.

Tutti e tre i gruppi di studenti presi in esame hanno conseguito un numero “quasi identico” di crediti formativi negli stessi settori scientifico-disciplinari; “quasi identico” perché si nota una piccola variazione di circa 20 CFU su un totale di 120 CFU (quest’ultimo include anche i crediti delle ulteriori attività formative, degli esami a scelta, dello stage e della prova finale).

Volendo estendere la comparazione, anche gli obiettivi formativi, i profili professionali e gli sbocchi occupazionali previsti dalla 59/S e dalla LM-59 rimangono gli stessi. E’ utile sottolineare che, in ogni caso, l’idea che una manciata di crediti formativi possa fare la differenza tra corsi di laurea sarebbe bizzarra e non sostenibile per almeno due ordini di motivi: – in linea generale, le università riconoscono formalmente che i corsi universitari possano subire modifiche durante gli anni; – nel caso specifico, sul sito del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università “La Sapienza” si legge: “I regolamenti didattici possono subire lievi variazioni nella titolazione dei singoli moduli di insegnamento e/o nelle successive integrazioni di nuovi moduli didattici che offrono ulteriori possibilità di scelta agli studenti nella composizione del loro curriculum formativo. Allo stesso modo, sempre allo scopo di favorire una revisione dinamica dei percorsi formativi, possono essere modificate nel corso dell’anno le normative che riguardano i diversi aspetti della didattica” (http://www.coris.uniroma1.it/organizzazione1516).

Ed infatti, volendo di nuovo esemplificare, tra il piano di studi dei primi immatricolati (a.a. 2009/2010) e quello degli ultimi iscritti (a.a. 2015/2016) alla laurea magistrale nella classe LM-59 de “La Sapienza”, Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa, si osservano delle differenze di gran lunga superiori rispetto a quelle sopra descritte, sulle quali non mi soffermo per semplicità di argomentazione ma alla cui analisi rimando: differenze che coesistono all’interno della stesso corso senza averne comportato alcuna scissione in due lauree distinte e separate!

In considerazione di quanto esposto, perché la legge 107 del 2015, in modo paradossale e ingiusto, riserva un trattamento diverso ai laureati alla 59/S che hanno acquisito lo stesso bagaglio culturale dei laureati alla LM-59, precludendo agli uni ciò che è concesso agli altri? Si tratta di una decisione che, oltre ogni principio di equità, crea delle disuguaglianze arbitrarie eleggendo quale spartiacque tra le lauree in oggetto la nomenclatura dei corsi, a dispetto della sostanza, e che si pone in aperto contrasto con il decreto interministeriale del 9 luglio del 2009, il quale stabilisce l’equiparazione tra Lauree Vecchio Ordinamento, Lauree Specialistiche e Lauree Magistrali, e in particolare, riconosce dal punto di vista legislativo l’equiparazione tra le classi di laurea 59/S e LM-59.

In conclusione non è accettabile che studenti che hanno investito anni della loro vita, tanto tempo in studio, impegno e dedizione, che hanno fatto sacrifici personali ed economici insieme alle loro famiglie, maggiorati se fuori sede, vengano inghiottiti dalla macchina burocratica e amministrativa e siano discriminati ingiustamente, per tutto ciò che si è detto, rispetto ai loro colleghi che hanno compiuto le stesse scelte universitarie. Per quanto su esposto chiedo, dunque, che venga riconosciuto ai laureati specialistici della 59/S quello che è un loro diritto, ovvero la possibilità di accedere a tutte le medesime classi di insegnamento a cui viene ammessa la laurea magistrale LM-59 ne “La Buona Scuola”. Se questo verrà fatto potrà essere superata una grave discriminazione.

Certa che la sua sensibilità le consentirà di accogliere le giuste richieste della scrivente, resto fiduciosa di una sollecita risposta.

Concetta S. Puntillo

Tutti gli interessati, se vogliono, possono sottoscrivere la petizione online lanciata su Change.org al seguente indirizzo:
https://www.change.org/p/ministro-dell-istruzione-stefania-giannini-laurea-specialistica-59-s-ulteriore-discriminazione-della-riforma-la-buona-scuola?recruiter=605358734&utm_source=share_for_starters&utm_medium=copyLink

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