Renzi si dimette da segretario del PD: in arrivo il congresso anticipato, ma la legge 107 resta

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Renzi formalizza le proprie dimissioni dalla segreteria del Pd e lancia la sfida alla minoranza: “Non chiedetemi di non candidarmi. Peggio della scissione c’è solo il ricatto”.

Dopo che Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni da segretario del Pd, nell’assemblea del partito sarà possibile presentare candidature entro le 13.30 per eleggere un successore già oggi. Lo prevede lo statuto Pd.

Le regole dispongono infatti che sia possibile eleggere subito in assemblea un altro segretario (così fu per Guglielmo Epifani e Dario Franceschini) e a quel punto il congresso si terrebbe alla scadenza naturale, a dicembre. Servono 117 firme di delegati per presentare una candidatura e Matteo Orfini, ha fissato il termine per farlo alle 13.30. Se non ci saranno candidati o se nessuno riuscirà ad avere una maggioranza, il presidente del Pd procederà alla convocazione del congresso anticipato, che deve concludersi entro 4 mesi da oggi. In assemblea intanto, comunica Orfini, è stato raggiunto il numero legale delle presenze: ci sono 637 accreditati sui circa mille delegati.

Cosa cambierà per la legge 107? Al momento nulla, il PD è sempre al Governo con a capo Gentiloni, scelto come continuazione dopo il referendum. Occorreranno forse nuove elezioni per vedere, se mai sarà, una nuova riforma della scuola.

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