Riforme scuola. Più laboratorio, più solidarietà, no concorso 2015: ricetta Conitp

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inviato da Prof. Antonio D’Ascoli – La pubblicazione del dossier “La buona scuola” del premier Renzi ha preceduto l’apertura della “fase di ascolto”, che dovrebbe durare due mesi, in cui è possibile dare suggerimenti ed idee per migliorare la scuola.

inviato da Prof. Antonio D’Ascoli – La pubblicazione del dossier “La buona scuola” del premier Renzi ha preceduto l’apertura della “fase di ascolto”, che dovrebbe durare due mesi, in cui è possibile dare suggerimenti ed idee per migliorare la scuola.

Infatti il Ministero si mostra interessato alle riflessioni e alle soluzioni proposte dagli “addetti a lavori” o dagli alunni che vivono e lavorano nella scuola .

Anche noi abbiamo due suggerimenti da dare al Ministro Giannini e al Premier Renzi.

Il primo riguarda la necessità per gli Istituti Tecnici e Professionali di un aumento delle ore di laboratorio. Infatti si è verificato quello che noi immaginavamo quando iniziò il primo corso della riforma Gelmini: i ragazzi , che ormai sono arrivati al quinto anno, nella maggior parte dei casi non sono preparati ad affrontare il mondo del lavoro dato che in laboratorio trascorrono troppo poco tempo.

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Le esercitazioni pratiche sono ridotte al lumicino e i ragazzi, nella migliore delle ipotesi, riescono ad “immaginare” il lavoro che dovranno fare. Ma questo, sinceramente, serve a poco.

Il secondo suggerimento riguarda i docenti abilitati inseriti in seconda fascia, spesso docenti con anni ed anni di esperienza alle spalle. Attualmente si trovano in un “limbo” assurdo, senza identità né prospettive, se non la lotteria del concorso a cattedra con cui si confronteranno, probabilmente, insieme anche a chi non ha mai messo piede in un’aula.

Pluriselezionati dai giudici più feroci che esistono, che sono gli alunni, sono ancora in cattedra ad insegnare dopo anni, e secondo noi questo vale più del superamento di un concorso per meritarsi una cattedra stabile.

Non siamo economisti, non ci intendiamo di bilancia dei pagamenti o di quadratura di conti, ma ci rendiamo conto che un concorso a cattedra è una spesa notevole ed inutile, così come sarebbe un grandissimo segnale se tutti i docenti di ruolo accettassero di rinunciare agli scatti stipendiali per i prossimi cinque anni, per favorire l’inserimento non solo dei docenti presenti nelle graduatorie ad esaurimento, ma anche quelli che si trovano nella seconda fascia d’Istituto.

Tutti i fondi recuperati potrebbero essere impiegati per l’assegnazione di nuove cattedre anche per i docenti abilitati attualmente in seconda fascia, il tutto favorito anche da un turn-over con i docenti ormai prossimi alla pensione, che ci auguriamo possa essere favorito da qualche intervento legislativo.Bisogna garantire le supplenze brevi ai docenti di terza fascia.

Ci auguriamo che i nostri semplici suggerimenti possano almeno far riflettere chi ha gli strumenti per attuarli e magari essere lo spunto per altre soluzioni costruttive, sempre per il bene della scuola e di chi vi opera.

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