Riforma, Matteo Renzi: i risultati della riforma tra 20 anni. Non siamo stati bravi a raccontarla

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Il comunicatore Matteo Renzi fa ammenda sulla riforma della scuola, ma non ammette che i docenti l'abbiano criticata a raggion veduta.

Il comunicatore Matteo Renzi fa ammenda sulla riforma della scuola, ma non ammette che i docenti l'abbiano criticata a raggion veduta.

Secondo il premier, alla base dei dissensi c'è il fatto che non sono stati bravi a spiegare la riforma. Come dire che ciò che è stato letto dai docenti nei testi del decreto prima e della legge dopo non è stato ben capito e che per spigare la riforma era necessario un buon racconto da parte del Governo.

I risultati della riforma si vedranno, secondo Renzi, tra 20 anni, mentre resta l'amarezza di una contestazione che dura da un anno e mezzo. L'argomento è stato affrontato durante la festa dell'Unità di Casalgrande

"Abbiamo assunto – dice Renzi – 100mila precari gente che aveva titolo per essere assunta che lo Stato non assumeva, messo soldi su formazione, edilizia scolastica, abbiamo fatto un sacco di cose. Perché non siamo stati bravi a raccontarle? Non lo so…", ha concluso il premier.

Manca dall'elenco effettuato da Renzi, ciò che della riforma è stato al centro della contestazione, come l'aumento dei poteri dei dirigenti che in queste settimane stanno mostrando quei lati tanto temuti dai docenti. Basti pensare ai dirigenti che per assegnare l'incarico hanno chiesto dei video a figura intera specificando che non erano accettati quelli a mezzobusto.

Oppure, la possibilità dei finanziamenti alle scuole non statali e le modalità dell'istituzione dei comitati di valutazione

Un abbattimento della collegialità e degli spazi democratici che sono stati alla base della contestazione che, a quanto pare, continuano a non comparire negli elenchi del Primo Ministro.

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