Con la riforma 5 insegnanti in più ad istituto dal 2016, intanto però il Miur decide che a settembre ogni due scuole salterà un dipendente

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ANIEF – Da maggioranza e Governo continuano a passare veri e propri slogan sull’incremento dei posti che porterà la riforma della scuola, su cui ad ore dovrebbe arrivare la contestatissima approvazione finale della Camera dei Deputati.

ANIEF – Da maggioranza e Governo continuano a passare veri e propri slogan sull’incremento dei posti che porterà la riforma della scuola, su cui ad ore dovrebbe arrivare la contestatissima approvazione finale della Camera dei Deputati.

Intanto, però, il Miur continua a tagliare cattedre: nella tabella annessa alla Circolare ministeriale A00DGPER 0019400, sull’adeguamento degli organici di diritto del personale docente alle situazioni di fatto per il prossimo anno scolastico, è scritto, nero su bianco, che dal 1° settembre 2015 i posti di insegnante complessivi saranno 628.067. Se consideriamo che nell’anno scolastico in corso sono stati 630.212, il disavanzo di cattedre è pari a 2.245.

I tagli agli organici del prossimo anno, purtroppo, non finiscono qui. Se a quelli dei docenti, vi aggiungiamo i 2.020 previsti dalla Legge di Stabilità 2015 per il personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari), in regime di spending review, la cancellazione di posti raggiunge ben 4.165 unità. In pratica, salterà un dipendente, in media, ogni due istituti scolastici pubblici.

“Stiamo parlando di un decremento di posti particolarmente grave – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal -, perché da settembre una scuola ogni due perderà, di fatto, un’unità di personale. E ciò contribuirà a rendere ancora più difficile e caotica la situazione dei nostri 8.500 istituti scolastici, in corrispondenza del nuovo anno scolastico. Ricordiamo, infatti, che l’organico dell’autonomia, previsto dal disegno di legge di riforma in fase finale di approvazione alla Camera, avrà effettiva realizzazione solo del 2016, quindi dall’anno successivo. Quando, in media, arriveranno 5 docenti in più ad istituto”.

“Quello a cui stiamo assistendo è un vero paradosso – continua il sindacalista Anief-Confedir-Cisal -: il testo della riforma, il disegno di legge n. 2994-B, attraverso una serie di disposizioni, come i commi 14, 65 e 84, autorizza i dirigenti scolastici, avvalendosi dell’autonomia e sulla base delle indicazioni pervenute dai Collegi dei docenti, ad incrementare l’organico dell’istituto, dall’altra il Ministero dell’Istruzione continua a tagliare migliaia di posti. Ne consegue che, ben diversamente dalle rassicurazioni sui tempi di attuazione della riforma, giunte a ripetizione dalla maggioranza parlamentare e dal Governo, per avere l’organico potenziato le nostre scuole passeranno un anno scolastico a dir poco difficile e tormentato. Questa, ne siamo certi, non è la Buona Scuola che bisognava approvare. Ecco perché, come sindacato – conclude Pacifico – abbiamo deciso che non si può assistere inermi a questo scenario che diventa ogni giorno più complicato e grigio”.

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