I prof lavoreranno di più, ma solo se lo vorranno. La versione soft delle 24 ore

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red – Il luogo deputato potrebbe essere la prossima legge di stabilità, tenuta del Governo permettendo. Sarà una rivoluzione nella gestione degli organici da parte delle scuole alle quali sarà permesso un diverso impiego del personale sia precario che di ruolo.

red – Il luogo deputato potrebbe essere la prossima legge di stabilità, tenuta del Governo permettendo. Sarà una rivoluzione nella gestione degli organici da parte delle scuole alle quali sarà permesso un diverso impiego del personale sia precario che di ruolo.

L’obiettivo è di utilizzare i docenti oltre le 18 ore lavorative, ci aveva provato Monti con l’imposizione delle 24 ore settimanali per Decreto. Un tentativo che era al di fuori di qualsiasi possibilità applicativa e che ha visto la mobilitazione massiccia di docenti e sindacati. L’obiettivo, però, rimane.

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Come già ampiamente anticipato dalla nostra redazione, si sta lavorando all’organico funzionale, a quel superamento tra organico di diritto e organico di fatto che consentirà un utilizzo diverso dei docenti, soprattutto precari, messi a disposizione delle scuole.

Ma la rivoluzione, ugualmente anticipato dalla nostra redazione, riguarderà anche i docenti di ruolo. Si tratta di un punto delicato che investirà questioni contrattuali e quindi la necessità di sedersi ad un tavolo di trattativa. Lo scopo è di permettere l’utilizzo dei docenti oltre le 18 ore lavorative, per impegni extra all’attività didattica, legando il tutto ad una più ampia offerta formativa che coinvolga il territorio. Non esclusa l’apertura pomeridiana delle scuole, ma il tutto su volontaria disponibilità da parte del docente che sarà messo a disposizione di una rete di scuole.

Si tratta di un salto in avanti per quell’autonomia delle scuole che senza una più flessibile gestione del personale, ma anche di risorse, non diventerà mai reale, ma solo nominale. Vanno in questa direzione sia l’organico funzionale, sia la promessa di un aumento delle risorse del Fondo d’Istituto che la Giannini vorrebbe agli antichi splendori.

Vedremo se il progetto dell’attuale Governo prenderà luce, di certo è che gli ingranaggi sono già al lavoro.

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