Parole parole parole. Continuano le polemiche sull’interpretazione ministeriale dei dati OCSE 2011

Di Lalla
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red – Oggi i comunicati dell’On. Russo (Pd), dell’Unione degli Studenti, dell’UGL Scuola Roma

red – Oggi i comunicati dell’On. Russo (Pd), dell’Unione degli Studenti, dell’UGL Scuola Roma

Russo (Pd), rapporto OCSE per Gelmini sonora bocciatura

“La fotografia scattata dal rapporto dell’Ocse sulla scuola assegna al ministro Gelmini una pagella pessima, con voti assolutamente negativi, senza nemmeno una sufficienza. Non c’erano dubbi, che andasse a finire così, del resto prima o poi si doveva giungere ad un giudizio serio e obiettivo”. Lo dice il deputato nazionale del PD e componente della commissione cultura della Camera Tonino Russo.

“Confrontando i dati sul sistema dell’istruzione in Italia con quello degli altri paesi europei – prosegue – emerge una condanna senza appello, una sonora bocciatura, che avviene, per ironia della sorte a settembre e non ammette esami di riparazione per tentare di recuperare”.

“Senza considerare – aggiunge Russo – che il rapporto prende in esame solo gli anni 2008 e 2009. Figuriamoci quali pesanti giudizi si aggiungeranno nei rapporti successivi, che prenderanno in esame gli anni più
recenti: gli anni del massacro, dei tagli, del più grande licenziamento di massa e della maggiore precarizzazione del personale, che opera nel sistema dell’istruzione e della mancanza di investimenti per l’edilizia scolastica”.

“Il quadro è disastroso – conclude – e richiederebbe un solo gesto politico: le dimissioni del ministro. Ma anche qui, temo che rimarremo profondamente delusi”.

UdS – Mentre si moltiplicano le classi pollaio, cresce l’abbandono scolastico, si abbassa la qualità formativa e le scuole cadono a pezzi, il Ministro Gelmini sembra vivere in un altro mondo. Forse da Palazzo Trevestere ha difficoltà a vedere i reali problemi della scuola, forse la calda estate del 2011 ha fatto completamente dimenticare che non appena 3 anni si tagliavano oltre 8 miliardi di euro sulla scuola pubblica, che in questa finanziaria lacrime e sangue non viene messo un solo euro sul diritto allo studio e poche briciole sull’edilizia, mentre si taglia sull’offerta formativa.

Non si può attribuire all’assenza di privati i problemi della scuola pubblica italiana, nè alle le battaglie di questi anni degli studenti e dei docenti per la difesa della scuola pubblica i – dichiara Mariano Di Palma dell’Uds – ma l’assenza d’investimenti del Governo che continua a considerare la scuola una spesa che dovrebbero sostenere i privati, anzichè una risorsa pubblica per lo sviluppo del Paese.

Non si può pensare di prendere in giro il Paese così. Gli studenti, i docenti, il personale Ata delle scuole italiane si sono trovati in questi anni a stringere i denti difronte al taglio inverosimile delle risorse pubbliche. Non ci piace il gioco delle statistiche false e tendeziose. Quello che sappiamo è che le scuole italiane sono piene di 30, 40 studenti in e a questo corrisponde un livello sempre più basso di formazione; il livello di formazione degli studenti italiani è uno dei più bassi in Europa.

Di fronte a questo vero problema della scuola italiana si attribuirà la responsabilità agli studenti bamboccioni? ai docenti fannuloni? O forse questa è solo l’ennisima campagna mediatica per nascondere che la responsabilità non è nè dell’intelligenza degli studenti italiani, nè dei nostri docenti, ma di un Governo responsabile dell’assenza di risorse e di una Riforma vera della didattica e della scuola in generale?

Agli slogan vuoti del Ministro, noi rispondiamo ancora una volta, che quest’autunno i conti li dovrà fare nuovamente con noi, a partire dal 7 Ottobre data in cui le studentesse e gli studenti porteranno in piazza tutta
la loro voglia di cambiare la scuola e di opporsi a questo modello senza idee del Ministro Gelmini.

UGL Scuola Roma – Il rapporto Ocse 2011, finalmente mette in luce tutte le discrasie, disparità e il malgoverno che la scuola ha subito in questi anni. Un esempio: confermata la bassa priorità dello Stato per l’istruzione: soprattutto a causa della scarsità degli investimenti privati (8,6% contro la media del 16,5%), nel 2008 l`Italia ha speso il 4,8% del Pil per l’istruzione, ovvero 1,3 punti percentuali in meno rispetto al totale Ocse del 6,1%, posizionandosi al 29 posto su 34 Paesi.

Quello che è stupefacente è che le OO.SS. che lanciavano roboanti proclami per le 67.000 assunzioni, adesso, fanno proprio il rapporto, e, criticano duramente il Miur. Oggi il sindacato deve essere coerente e assumersi le decisioni passate in prima persona, il sindacato non è la politica dei se e dei ma, chi gridò alla vittoria per quelle assunzioni e la restante giurisprudenza in merito, deve rivedersi in quel rapporto, riconoscersi.

Per quanto concerne il sottoscritto non ha mai avute risposte dal Miur, evidentemente, le mie critiche erano troppo mirate, motivate e dettagliate e non degne di considerazione, perchè fastidiose.

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