Maestri ed educatori dei comuni: non solo supplenze oltre i 36 mesi, bisogna assumerli stabilmente

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Anief – Sulla stabilizzazione del personale precario di lunga data, lo Stato italiano continua a rimanere nel limbo. Anche a livello di enti locali.

Anief – Sulla stabilizzazione del personale precario di lunga data, lo Stato italiano continua a rimanere nel limbo. Anche a livello di enti locali.

Perché pur ammettendo di conoscere la giusta strada da percorrere per allinearsi ai tutti i paesi moderni, come indicato dalla Corte di Giustizia europea, stavolta è la Funzione Pubblica a fornire delle risposte equivoche e davvero poco convincenti: sollecitato in più occasioni dall’Anci, il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, non riesce ad andare oltre alla pubblicazione di una Circolare che sul fronte del trattamento dei lavoratori precari dei Comuni, in particolare gli educatori dei nidi e i maestri delle scuole dell’infanzia, in larga prevalenza donne, conferma sostanzialmente lo status quo. Con dei professionisti impegnati da anni e anni a coprire un servizio sociale, fondamentale per la cittadinanza, che continuano ad essere trattati senza alcuna prospettiva di stabilizzazione.

Nella Circolare n. 3, indirizzata agli stessi Comuni, in pratica Madia autorizza i Comuni, in presenza di "ragioni oggettive" e "improcrastinabili legate all'inizio del presente anno scolastico", di reiterare i contratti a tempo determinato anche oltre i 36 mesi di servizio svolto. Dopo aver preso le distanze dal piano straordinario di assunzioni previsto dalla Legge 107/15 e delle sentenze della curia europea tese a bloccare l’abuso di precariato, come se i lavoratori degli enti locali appartenessero ad un altro Stato, il titolare della Funzione Pubblica invita i Comuni a tenere conto di tali indicazioni, predisponendo adeguate misure di stabilizzazione "nei limiti della disponibilità finanziaria".

In buona sostanza, la Funzione Pubblica riesce a fare peggio di quanto indicato dalla Legge 107/2015, dove al comma 131, si indica che “a decorrere dal 1 settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati, con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi”. La Madia ritiene che “essa fa riferimento al solo personale delle istituzioni scolastiche ed educative statali”, che “se il legislatore avesse voluto estenderla al personale diverso da quello statale, non avrebbe inserito la parola ‘statali’” e che, in conclusione, “eventuali condanne” riguardano solo “la finanza statale”.

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “la Circolare della Madia contiene una buona notizia, perché dà la possibilità al personale precario di continuare a lavorare anche per l’anno in corso. Ma si ferma lì. Perché se il Governo ha ribaltato il senso della sentenza emessa lo scorso 26 novembre a Lussemburgo dalla Corte di Giustizia europea, la quale ha indicato a chiare lettere il diritto dei lavoratori precari ad essere assunti in tutti quei casi che sono in possesso dei requisiti di accesso e che hanno svolto tre anni di servizio anche non continuativi, dalla Funzione Pubblica giungono messaggi che non si limitano al suo aggiramento: semplicemente, la stravolgono. Ciò perché il trattamento indicato dai giudici super partes di Lussemburgo sui precari storici, non riguarda solamente i dipendenti della scuola: a beneficiarne, rivendicando l’assunzione a tempo indeterminato, debbono essere tutti dipendenti del pubblico impiego”.

“E questo perché, molto semplicemente, la sentenza avrà effetti sul sistema di assunzioni nell’amministrazione pubblica, enti locali compresi, di tutti gli Stati membri – sottolinea il presidente Anief -. Inoltre, per quanto riguarda l’Italia, non dimentichiamo che la Commissione europea ha aperto più di un fascicolo per le infrazioni, in particolare la 2124/10, con possibili esborsi miliardari dello Stato italiano proprio come risarcimento per l’abuso di precariato: si tratta di un aspetto della vicenda che evidentemente ancora non è chiaro ai nostri governanti”.

Pertanto, Anief ribadisce che tutti gli educatori e i maestre comunali con 36 mesi di servizio svolto, vanno stabilizzati e assunti a tempo indeterminato. Inoltre, al pari del personale statale, hanno pieno diritto al riconoscimento degli scatti di anzianità e al pagamento degli stipendi estivi, laddove incaricati su posto vacante. E lo stesso vale per il personale comunale impiegatizio e non direttamente coinvolto nella cura e formazione degli alunni da 0 a 6 anni.

Gli interessati possono scrivere a [email protected]t

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