Insegnanti Religione Cattolica contro abolizione scatti anzianità e vogliono nuovo concorso

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Anche i prof di religione non ne vogliono sapere dell'abolizione degli scatti di anzianità e della loro sostituzione con gli scatti meritocratici al 66% dei docenti.

Anche i prof di religione non ne vogliono sapere dell'abolizione degli scatti di anzianità e della loro sostituzione con gli scatti meritocratici al 66% dei docenti.

A darne notizia lo SNADIR, sindacato di categoria, che ha lanciato un sondaggio ai propri iscritti per esprimere la propria opinione sulla proposta di riforma del Governo Renzi.

Lo SNADIR ha raccolto le opinioni di 1.157 insegnanti fino al 15 novembre scorso. Le diciotto domande poste dal questionario  hanno riguardato scatti di anzianità, precari, reclutamento, carriera, merito, programmi di studio, alternanza scuola/lavoro, e finanziamenti privati alla scuola pubblica statale, scorrimento della graduatoria del concorso del 2004, nuovo concorso per docenti di religione, introduzione del voto numerico per l’irc.

Alla domanda "Sei  d’accordo con l´abolizione degli scatti di anzianità?" (Q 15), l´92,6% ha risposto "No", il 9,24% "Poco", il 3% Abbastanza" lo 0,7% e il 2% "Sì". Risultati in linea con quelli del quesito  "Come valuti la proposta di istituire un percorso di carriera che premi soltanto il 66% degli insegnanti ogni triennio?" (Q 2), al quale l´76,3% ha risposto "Pessima", l’8,5% "Discreta", il 3,9% "Buona" e lo 0,6% "Ottima". A ciò si aggiunge la richiesta pressante da parte dei docenti di religione  che venga sottoscritto un nuovo CCNL, sia per la parte normativa che per quella economica, con un adeguamento stipendiale a livello europeo (95,8%).

Riguardo alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici (Q 11), il 72,1% si è dichiarato contrario, il 12% "Poco” favorevole, il 6% "Abbastanza”  favorevole e il 7% favorevole.

Anche la proposta di far scegliere i programmi di studio ad alunni e famiglie (Q 9) incontra il marcato disappunto degli insegnanti: il 75,7% si definisce contrario, il 15% "Poco d´accordo", il 4,6% "abbastanza d´accordo" e il 2,7% d´accordo.

Interpellati sul tema dell´immissione in ruolo dei 148mila precari attualmente inseriti nelle GaE (Q 10), più della metà (61,8%) degli insegnanti ha risposto di essere d´accordo, il 14,8% "abbastanza", il 5,1% "poco" e il 9,3% è contrario.

Il 57,8% (46,3%+11,5%) è d’accordo ad utilizzare le graduatorie del concorso del 2004 per una immissione in ruolo dei docenti di religione presenti nella predetta graduatoria nella misura del 50% dei posti e, ovviamente, per le Regioni dove ancora sono presenti le graduatorie (Q 7).

Alla domanda: “Sei d’accordo che il Piano di assunzione dei 148.000 docenti debba contare anche i 2.778 docenti di religione presenti nelle graduatorie del concorso del 2004?” (Q 6) l’89% ha risposto affermativamente, abbastanza d’accordo il 4,6%, poco d’accordo l’1,3%, contrario il 2,7%.

In merito al metodo di reclutamento, il 52,5% si dichiara d´accordo all´assunzione soltanto tramite concorso, dopo lo svuotamento delle GaE" (Q 3), il 10,6% "abbastanza", l’8,4% "Poco" e il 20,3% è contrario.

iguardo alla necessità di indire un nuovo concorso per docenti di religione nel 2017 (Q 5) , vengono espresse posizioni differenziate in eguale misura: è sostanzialmente d’accordo il 45% (38,3% +6,7%), mentre il 45,1% (9,1%+36%) è contrario.

La risposta alla domanda: “Sei d’accordo che il concorso per docenti di religione debba essere indetto nel 2016, in coincidenza con quelli delle altre discipline?” (Q 8) evidenzia una posizione abbastanza chiara: il 66,7% è d’accordo, il 6,5% è abbastanza d’accordo, il 3,9% è poco d’accordo e il 19% è contrario.

Le indicazioni fornite dai diretti interessati circa i parametri cui far riferimento per la prossima selezione concorsuale (Q 4). Nell’ordine, vengono indicati: la valutazione del servizio (24,3%), i titoli di studio (21,2%), la capacità di trasmettere le conoscenze (20,2%), la competenza disciplinare specifica (19,5%) e le competenze digitali/multimediali (10,3%).

Il potenziamento dell´alternanza scuola/lavoro (Q 1) viene considerato invece complessivamente positivo: per il 39,3% dei docenti è "buono", per il 19,7% "discreto", a ritenerlo "ottimo" è il 19,5% mentre incassa un giudizio "pessimo" dall’8,6%.

Leggermente negativa (48,4% contro il 47,9%) la posizione espressa in merito all´ingresso di risorse private per finanziare la scuola pubblica statale (Q 13): "poco d´accordo" il 19,9% e contrario il 28,5%, contro il 15,9 che si dichiara "abbastanza d´accordo" e il 32% d´accordo.

La maggioranza dei partecipanti al sondaggio  accoglierebbe positivamente la possibilità di dedurre fiscalmente contributi volontari che le famiglie versano alle scuole (Q 12). E’ d’accordo il 78,1%, "abbastanza favorevole" il 7,1%, "poco" il 2,8% e il 5,2% "per niente".

Il 90,2% (82,2%+8%) degli insegnanti di religione chiede la possibilità di lavorare “dentro la scuola ma fuori dalla classe”, ossia di essere ricompresi nel meccanismo dell’organico funzionale.

La maggioranza degli insegnanti di religione ritiene che le nomine sul 30% dei posti in organico devono essere effettuate rispettando la procedure prevista dall’a2, comma 10 della legge 186/2003 (Q 17): il 56,1% è d’accordo, il 13,9% è abbastanza d’accordo, invece l’8,5% è poco d’accordo e il 12,5% non è d’accordo.

Infine, l’89,4% dei docenti di religione esige che occorre introdurre il voto numerico per la valutazione degli studenti che si avvalgono dell’irc (Q 18), il  4,3% è abbastanza d’accordo, mentre l’1,8% è poco d’accordo e lo 0,9% è contrario.

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