Governo ridurrà distacchi sindacali del 50%, risparmio 13mln di euro. Gilda: “deriva populista”

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red – Dopo l’ANIEF, è la Gilda che risponde alle anticipazioni di OrizzonteScuola.it circa la presenza nella riforma della Pubbica Amministrazione della decurtazione dei distacchi sindacali del 50%.

red – Dopo l’ANIEF, è la Gilda che risponde alle anticipazioni di OrizzonteScuola.it circa la presenza nella riforma della Pubbica Amministrazione della decurtazione dei distacchi sindacali del 50%.

Insomma, se il testo che abbiamo avuto in anticipo dovesse essere confermato (cosa che probabilmente sarà) anche in Gazzetta ufficiale, i sindacati dovranno rinunciare al 50% dei loro distacchi e pagare di tasca propria la "forza lavoro".

Una batosta non indifferente, dalla quale ci saremmo attesi una reazione da parte dei sindacati della scuola decisamente più efficace.

A rompere gli indugi la Gilda degli Insegnanti, con un comunicato di fuoco che attacca il Governo.

"Quella sbandierata dal tandem Renzi-Madia è una rivoluzione puramente di facciata che in realtà non procura risparmi ma ferite gravi e profonde alle grandi organizzazioni democratiche rappresentate dai sindacati", ha affermato Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione.

"Il taglio del 50 per cento  di permessi e distacchi – continua Di Meglio – viene effettuato brutalmente, senza alcuna gradualità, e va a colpire persone che generalmente prestano servizio ben oltre il normale orario di lavoro per difendere i diritti di insegnanti e impiegati e per aiutarli a districarsi nella giungla burocratica italiana".

"Il risparmio che deriverà dal dimezzamento di permessi e distacchi – spiega il coordinatore della Fgu – ammonterà a circa 13 milioni nelle scuole e ad altrettanti nel resto del pubblico impiego, una cifra che corrisponde a meno degli stipendi di una manciata di dirigenti pubblici. Il rientro dei distaccati, inoltre, non farà altro che ridurre ulteriormente i posti di lavoro disponibili, con ´tanti saluti´ al famoso ricambio generazionale".

"Ben altro sistema ha usato il governo – incalza Di Meglio – per il finanziamento pubblico ai partiti, la cui abolizione avverrà soltanto nel 2017 e che alla fine verrà sostituito dal 2 per mille nella dichiarazione dei redditi. L´attacco di Renzi – conclude – si conferma come una deriva populistica tesa a destrutturare i sindacati".

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