I diritti lesi dei docenti depennati. Lettera

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Scrivo a nome delle poche migliaia di docenti che per pura sfortuna hanno mancato la re-iscrizione nelle GAE e quindi sono stati depennati.

Scrivo a nome delle poche migliaia di docenti che per pura sfortuna hanno mancato la re-iscrizione nelle GAE e quindi sono stati depennati.

Tutti noi abbiamo i requisiti per essere all'interno delle GAE, visto che fino ad una certa data eravamo lì dentro, regolarmente iscritti!

Faccio il mio esempio per tutti: sono abilitata SSIS ed ero in GAE fino al 2009, poi per mera sfortuna, non sono riuscita a re-iscrivermi entro i termini e quindi sono stata cancellata.

Poco male se la cancellazione è solo per il triennio successivo. Peccato, invece, che il ministero ci abbia impedito di re-iscriverci appellandosi a una discutibile norma, che, di fronte alla gran parte dei tribunali italiani, non ha retto il confronto con norme superiori e ha permesso la re-iscrizione nelle GAE di un gran numero di colleghi depennati.

Purtroppo, però, i tribunali italiani non hanno mostrato una visione univoca del problema e qualcuno ha rifiutato il ricorso di taluni colleghi.

Segnalo, in particolare, il comportamento anomalo del Tribunale di Bologna che, fino allo scorso anno ha accettato il ricorso di almeno cinque colleghi, che ora sono di ruolo, mentre nel 2016, a fronte di situazioni assolutamente identiche, lo stesso tribunale ha dato già più di un esito negativo.

Tale comportamento schizofrenico non solo è incomprensibile e gravemente lesivo dei diritti di chi si è visto respingere un ricorso regolarmente vinto da colleghi nel 2015, ma risulta ridicolo se paragonato alla recente sentenza del Tribunale di Pordenone che addirittura accoglie l'istanza di TFA e PAS di entrare in GAE!! Quindi un Tribunale addirittura ravvisa il diritto di docenti che non sono mai stati in GAE e che non avrebbero titolo per starci, di essere inseriti, mentre un altro rifiuta la re-iscrizione di chi ha tutti i diritti per starci!!

A nostro parere la politica non può tirarsi fuori da tutto questo, non può assolutamente lasciare che siano i tribunali a dirimere delle situazioni create ad arte dalla politica stessa.

Citiamo la norma, per essere più chiari: l'art.1 della Legge 97/2004, convertito in legge dalla L. 143/2004, afferma che “A domanda dell'interessato, da presentarsi entro il medesimo termine, è consentito il reinserimento nella graduatoria con il recupero del punteggio maturato all'atto della cancellazione".

Successivamente, i decreti ministeriali, quindi norme di rango inferiore, hanno stabilito che "La mancata presentazione della domanda comporta la cancellazione definitiva dalla graduatoria", in contrasto netto, quindi con la norma di grado superiore.

Ma la sentenza del Consiglio di Stato n 3659/2014 ha stabilito illegittima la cancellazione definitiva "per effetto di una omissione non consapevole" e la sentenza del TAR del Lazio n.7971/2015, ha annullato il suddetto DM 235/2014 nella parte in cui ha stabilito che la mancata presentazione della domanda comporta la cancellazione definitiva.

Alla luce di tutto questo, appare decisamente inaccettabile che ci siano alcune migliaia di docenti depennati, che non volevano la cancellazione definitiva e a cui gli viene impedito di reinserirsi in GAE.

Chiediamo l'appoggio dei colleghi in questa nostra battaglia di riconoscimento dei diritti e chiediamo che la politica faccia la sua parte! Ora! Subito!

Ne abbiamo abbastanza di spendere soldi nei Tribunali dove le logiche di azione sfuggono al raziocinio e chiediamo che la politica si assuma la responsabilità di ripristinare un minimo di legittimità e di riconoscimento di diritti acquisiti.

Invito tutti i colleghi che si trovassero in questa situazione, a iscriversi alla pagina facebook a noi dedicata per poter combattere insieme e compatti questa battaglia:

https://www.facebook.com/groups/962054140517031/

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