Concorso docenti 2016, chi è in ruolo non potrà partecipare. Le sentenze dicono altro, si aprono le porte del contenzioso

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Ritardano i bandi del concorso per diventare docenti previsto dalla legge 107 (riforma Buona scuola) entro il 1° dicembre 2015.

Ritardano i bandi del concorso per diventare docenti previsto dalla legge 107 (riforma Buona scuola) entro il 1° dicembre 2015.

Un concorso che sarà aperto soltanto ai docenti abilitati e che lascia scontenti molti precari della terza fascia d'istituto che lavorano da anni nella scuola e che non hanno ancora avuto possibilità di conseguire un'abilitazione.

Stessa sorte per i docenti di ruolo. Il comma 110 della legge 107, infatti, afferma che "Ai concorsi  pubblici per titoli ed  esami  non  può  comunque  partecipare  il  personale docente ed educativo già assunto su posti e cattedre  con  contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole statali."

Un divieto che, però, non sembra essere condiviso dai tribunali che, per il precedente concorso, quello del 2012, hanno sottolineato che l’amministrazione non può compiere ab origine l'esclusione dei docenti già in ruolo dalla possibilità di partecipare a una selezione pubblica, senza porre in essere un'ingiustificata disparità di trattamento che viola la Costituzione e la normativa primaria sulla materia.

La sentenza n. 12071/2015, a seguito del ricorso presentato dall’Anief per l’illegittima esclusione degli insegnanti già in servizio con contratto di lavoro a tempo indeterminato dall’ultimo bando di concorso, ha definitivamente spiegato che è lesivo cassare le loro legittime aspirazioni a partecipare ad una selezione pubblica nazionale, perché va a loro offerta la possibilità di accedere al ruolo in altra classe di concorso, in modo da “trovare una condizione più confacente alla propria preparazione e alle proprie aspirazioni”.

Perpelssità sono state sollevate anche dal dott. Max Bruschi che, citando la sentenza dell'ANIEF,  ha affermato che "il divieto di partecipazione al concorso per il personale di ruolo implica che i passaggi di ruolo o di cattedra possano avvenire solo "per via contrattuale", ovvero per mobilità". Una soluzione che è stata definita dal Bruschi come "l'esatto contrario di quella che sarebbe una via meritocratica."

Altra obiezione riguarda l'ordine costituzionale. Infatti, continua Bruschi, "La sentenza stessa sembra adombrare che la norma potrebbe essere impugnata davanti al giudice delle leggi… E non dubito che ciò sarà fatto, proprio per l'introduzione di un vincolo che potrebbe apparire irragionevole alla mobilità professionale per merito."

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