La piaga del burnout nella scuola. Lettera

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Insegnare alle nuove generazioni è diventato difficile e i docenti ne risentono, tanto che lo stress da burnout è diventato la piaga della scuola di oggi.

Il fenomeno delle classi pollaio, l’irrequietezza degli alunni, la maleducazione imperante, la frustrazione di non sentirsi all’altezza del proprio compito e considerati dalla società creano condizioni difficili per cui andare avanti è veramente duro.

Ecco perché, e molti psicologi, medici sulla base degli studi scientifici condotti a livello internazionale, da qualche tempo hanno invitato la politica italiana a riconoscere l’insegnamento quale professione usurante. Sì proprio così perché col tempo il mestiere di insegnante diventerà un mestiere da “trincea”, stritolati com’è da un sistema che non funziona e da una classe politica sorda e miope che si rifiuta di ascoltare il grido di dolore dei docenti che chiedono a gran voce un’inversione di rotta e di essere quantomeno supportati nel loro lavoro quotidiano in classe da figure professionali specializzate.

Inoltre almeno la scuola doveva essere salvaguardata dalla riforma Fornero che ha innalzato i limiti di età pensionabile per i docenti. Com’è possibile pensare che un insegnante che è stato per quarant’anni dietro una cattedra possa continuare a starci con una generazione di adolescenti che non rispetta le regole della convivenza civile ed è continuamente proiettata nell’era digitale? È una cosa aberrante alla quale va posto, in tutti i modi possibili, rimedio da subito. Il burnout sta crescendo progressivamente e molti docenti ne vengono colpiti, in conseguenza del fatto che sono sottoposti a sollecitazioni continue e logoranti. È giunto il momento di riconoscere l’insegnamento quale professione usurante.

Mario Bocola

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