Concorso 2016 per nuove classi di concorso, Anief: Miur dovrà giustificare al CdS esclusione laureati

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Anief – Il Consiglio di Stato, in sede cautelare, chiede al MIUR chiarimenti sull’esclusione dei docenti laureati dalla possibilità di partecipare al concorso a cattedra 2016 per tutte le nuove classi di concorso per cui non sono stati mai attivati i Tirocini Formativi Attivi.

“Stiamo parlando – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di tutte quelle classi di concorso di nuova istituzione, prima fra tutte la A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, per cui mai nessun docente ha potuto conseguire specifica abilitazione, proprio perché istitutite ex novo con il DPR n. 19/2016 emanato pochi mesi prima del concorso. Per questi docenti, in possesso di titoli di accesso utili all’insegnamento per queste classi di concorso di nuova istituzione, abbiamo chiesto che il Consiglio di Stato concedesse tutela cautelare e, se ci darà ragione, otterremo per centinaia di ricorrenti, per lo più docenti precari da molti anni, l’accesso al concorso 2016 anche tramite l’attivazione di prove suppletive. Adesso è il MIUR a doversi “giustificare” e a spiegare in tribunale come sia possibile escludere i laureati dalla partecipazione a un concorso per cui nessuno poteva possedere specifica abilitazione per classi di concorso istituite solo poco prima del bando”.

Nell’Ordinanza, infatti, si legge chiaramente che i dubbi sulla legittimità di escludere i docenti in possesso dei requisiti utili all’insegnamento per le nuove classi concorsuali sono tutt’altro che trascurabili e il Consiglio di Stato ha, pertanto, ritenuto utile richiedere al Ministero dell’Istruzione un’apposita relazione scritta che attesti e, in qualche modo “giustifichi”, il suo operato specificando se e quando sono state attivate procedure abilitanti per le classi di concorso di interesse dei ricorrenti.

“Gli Avvocati Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Sergio Galleano – continua Marcello Pacifico – hanno curato un ricorso a 360° e non si sono soffermati solo sulle pur importantissime classi di concorso istituite a fondamento dei licei musicali (A-53, A-55, A-63, A-64), ma hanno provveduto a evidenziare con determinazione come le classi di concorso per cui il MIUR non può certo dimostrare l’attivazione di specifici TFA, o altre procedure abilitanti, sono un numero ben più alto e spaziano dalla fondamentale A-23, la nuova classe di concorso per insegnare l’Italiano come L2 agli stranieri e che sarà diffusa praticamente in tutte le nostre scuole di primo e secondo grado, passando per le più tecniche e specifiche A-35, Scienze e tecnologie della calzatura e della moda, la A-36, Scienze e tecnologie della logistica, fino alla A-65, Teoria e tecnica della comunicazione. È su tutte queste classi di concorso che il Ministero dell’Istruzione dovrà produrre chiarimenti grazie all’intervento dell’Anief e dei suoi legali”.

Attesa, ora, la relazione che il MIUR, messo alle strette dalla sapiente azione legale dell’Anief, dovrà produrre entro 60 giorni in attesa della nuova udienza in camera di consiglio fissata per il prossimo 1° dicembre.

“È evidente che il MIUR non potrà dimostrare alcun corso di abilitazione specifico – conclude Marcello Pacifico – e ci aspettiamo che il Consiglio di Stato evidenzi l’illegittimità di un concorso bandito per “soli abilitati” in classi di concorso per cui di effettivi abilitati non ne possono esistere; il Ministero dell’Istruzione, sul punto, potrà solo “arrampicarsi sugli specchi”. Noi siamo fiduciosi e convinti che la nostra azione legale, promossa e fortemente voluta per la tutela dei diritti di centinaia di docenti precari che si sono rivolti con fiducia al nostro sindacato e che meritano la possibilità di “mettersi in gioco” in una procedura concorsuale, ha evidenziato una “falla” non trascurabile nell’operato del MIUR quando ha deciso di bandire frettolosamente un concorso a cattedra che abbiamo già definito “concorso truffa” perché basato su presupposti che vogliamo dimostrare, anche in questo caso, essere non solo illogici, ma palesemente illegittimi”.

27 settembre 2016

Ufficio Stampa Anief

www.anief.org

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