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Come far apprezzare lo studio della matematica in un istituto professionale

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Gentile redazione, volevo rendervi partecipe della mia esperienza di quindici anni di insegnamento della matematica nell’ambito della scuola professionale di Bolzano.

La didattica on line si basa sul blog da me sviluppato in 10 anni, quest’anno, considerando gli strumenti che mi ha messo a disposizione la scuola, tutte le classi sono in aula informatica ed ogni ragazzo ha un PC  a sua disposizione.

L’utilizzo della didattica on line mi sta permettendo di poter agganciare ragazzi che escono da un’esperienza profondamente negativa nell’ambito della matematica; la possibilità e la libertà di potersi scegliere la difficoltà dell’esercizio accanto a test on line che premiano la volontà di volersi mettersi in gioco sta creando un clima molto favorevole all’apprendimento della matematica.

La lezione si dipana con una breve introduzione massimo di dieci minuti e successivamente, date le consegne che possono essere dove trovare gli esercizi, dove fare i test on line, continuo a girare tra i banchi rispondendo alle domande, stimolando i ragazzi a sviluppare gli esercizi sul quaderno o se preferiscono a rispondere ai miei post on line.

Nel frattempo i ragazzi possono ascoltare la musica che preferiscono oppure se proprio quel giorno non vogliono assolutamente seguire la lezione possono guardarsi un video: sempre che ciò non diventi la routine.

I test on line sono strutturati in maniera tale che i ragazzi possano farlo tutte le volte che desiderano e scelgono loro l’esito che poi verrà scritto nel registro. I test sono strutturati per livelli con domande per il 6 (obiettivo minimo) e via salendo fino alle domande più complesse. Il voto è pesato a seconda della categoria: quella per il 6 vale un punto, per il 7 due punti fino a 5 punti quelle per il 10.

I test non sono particolarmente difficili ma sono strutturati con risposte multiple, risposte chiuse e risposte ad esclusione; tutto questo per evitare che rispondendo a caso si prenda comunque una sufficienza.

I rischi di una didattica del genere sono molti ma essi si possono evitare se il docente invece che investire il tempo nella tradizionale lezione frontale con gli innumerevoli richiami, soprattutto in ragazzi molto vivaci delle scuole professionali, continua a girare tra le varie postazioni, rispondendo e controllando l’operato.

Considerando che le verifiche possano essere sviluppate in ogni momento la classe si troverà a livelli differenti ma questo permette il concetto di competenze personalizzate. Se un ragazzo è portato per la matematica non ha senso obbligarlo a sentire una lezione noiosissima dell’ennesima ripetizione sulla somma delle frazioni, potrà in maniera quasi autonoma affrontare nuovi argomenti e scegliere di scriversi un post nel blog.

Tale didattica mi sta permettendo di fornire strumenti utili per ragazzi DSA o BES in quanto gli esercizi presenti sono strutturati già all’inizio per livello esplicitando l’obiettivo minimo.

Inoltre se un argomento precedente non è stato “digerito” si può sempre rifare il relativo test o rileggere la teoria o rifare l’esercizio: ognuno con i propri tempi ritmati dal proprio clock e non più quello dell’insegnante o della classe.

Sperando che queste riflessioni possano essere condivise e confrontate, porgo cordiali saluti,

Francesco Bragadin
www.whymatematica.com

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