Sospettata di essere lesbica: ad una docente non viene rinnovato il contratto

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GB – Le associazioni Arcilesbica nazionale, Agedo nazionale, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, hanno lanciato un appello su quanto è stato denunciato a Trento, riguardo ad un’ insegnante, costretta dalla scuola paritaria a fornire informazioni circa il proprio orientamento sessuale, in quanto presunta lesbica, e ad affrontare un percorso "riabilitativo" per ottenere il rinnovo del contratto, che non c’è stato.

GB – Le associazioni Arcilesbica nazionale, Agedo nazionale, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno, hanno lanciato un appello su quanto è stato denunciato a Trento, riguardo ad un’ insegnante, costretta dalla scuola paritaria a fornire informazioni circa il proprio orientamento sessuale, in quanto presunta lesbica, e ad affrontare un percorso "riabilitativo" per ottenere il rinnovo del contratto, che non c’è stato.

"Le nostre associazioni assicurano del proprio sostegno la vittima odierna dell’imbecillità e dell’odio omofobico e richiamano l’attenzione sul fatto che la scuola protagonista dell’episodio di discriminazione sia peraltro finanziata con fondi pubblici. Chiediamo al ministro Giannini di intervenire per restituire all’insegnante offesa la sua dignità di persona".

"In una Repubblica democratica ‘fondata sul lavoro’, non rinnovare l’incarico ad una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l’equivalente simbolico di un’esecuzione dopo processo sommario e stupro", denunciano le associazioni a favore della donna. "Questi purtroppo – concludono – sono episodi chiave per capire la necessità e l’urgenza di una legge di lotta all’omotransfobia che protegga tutti i cittadini omosessuali, transessuali o presunti tali, da qualsiasi violenza: psicologica, fisica o sociale che sia".

La madre superiora dell’istituto ha così dichiarato, difendendosi: "Ho convocato a colloquio una insegnante che aveva il contratto scaduto come atto di gentilezza. Il resto sono tutte falsità – afferma la madre superiora -. Avrei potuto non chiamarla. Mi era giunta voce che fosse lesbica e ne ho parlato con lei – prosegue – per capire se vivesse un problema personale. Chi è lesbica, se vuole lo dice. Se lo nasconde, voglio capire se ci sono problemi, come intende comportarsi, perchè io sono responsabile di mille studenti, ho 137 dipendenti, ho doveri educativi. Lei neanche ha risposto e se n’è andata. Il mio era un modo di offrirle altre possibilità di lavoro, di avere un rapporto per aiutarla, se ne avesse avuto bisogno. Mi sarebbe bastato capire che vivesse la sua situazione in modo tranquillo".

"È stato tutto stravolto – continua -. Se sei gay, sono certamente affari tuoi – puntualizza -. Sono venuti dei genitori gay per chiedere informazioni per iscrivere i loro figli e hanno avuto informazioni e consenso. Non vedo il problema. D’altra parte io adesso ho ogni giorno genitori di allievi che vengono a chiedermi chi fosse l’insegnante, se è quella dei loro figli, preoccupati. Tutto perchè la verità è stata stravolta"

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