Il record per l’Italia: un ministro senza diploma che decide sul presente e sul futuro! Lettera

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L’art.1 della Costituzione italiana recita che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.

Ma in questi ultimi decenni sembra che lavoro non ce ne sia e i giovani sono costretti a lasciare questo Bel paese, molti di questi vengono mantenuti dai genitori o dai nonni che, dopo aver “sudato” per anni, si ritrovano con una misera pensione. Riguardo al governo attuale ricordiamo che l’attuale presidente del Consiglio era ministro nel governo uscente, inoltre, gran parte dei ministri è stata riciclata dal governo Renzi: Padoan, Alfano, Lorenzion, per non parlare della Boschi che adesso è il nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ma veniamo al dunque, si dice che il lavoro nobiliti l’uomo e che per assumere una determinata carica occorra essere qualificati, dunque vediamo quanto sono qualificati i ministri del governo Gentiloni soffermandoci soprattutto su quelli che dovrebbero davvero avere le competenze per svolgere un lavoro così importante:
Giuliano Poletti ministro del lavoro e politiche sociali con diploma di perito agrario;
Beatrice Lorenzin ministro della salute con maturità classica;
Valeria Fedeli ministro istruzione, università e ricerca, non ha mai fatto neanche la maturità, ma solo i tre anni di magistrali necessari a prendere la qualifica di maestra d’asilo e poi il diplomino privato all’Unsas da assistente sociale, quello spacciato da lei per diploma di laurea in Scienze Sociali.
Dunque, il ministro del lavoro, che spesso afferma che i giovani non hanno voglia di lavorare o che non sono abbastanza qualificati, possiede un diploma da perito agrario; chi si occupa del settore della salute ha una maturità classica e, poco tempo fa, nel settembre 2016, invitava i giovani a fare figli con lo spot del Fertility Day, ma ovviamente non avendo la bacchetta magica che permetteva agli italiani di poter mantenere i figli, successivamente si celava dietro ad un qui pro quo. Questa donna, senza una specifica abilitazione nel settore medico-sanitario, decide sul percorso di chi vuole intraprendere la carriera in medicina e sui medici, e credo sia davvero un’offesa per chi ha studiato medicina per anni essere rappresentati da una persona senza competenze.
Ma andiamo oltre, Valeria Fedeli, appena eletta ministro dell’istruzione finge di possedere non solo un diploma, ma addirittura una laurea, in realtà il suddetto ministro non ha neanche conseguito la maturità. Nonostante la vergogna che provo ad essere cittadina italiana e ad essere rappresentata da una persona che decide quali competenze e quali abilità debbano possedere i futuri insegnanti e come debba essere strutturata la scuola, come debbano essere valutati i ragazzi ed i docenti e come si possa diventare insegnanti, ciò che mi sta più a cuore è l’onestà della persona, in quanto un comune cittadino italiano nel momento in cui rilascia dichiarazioni mendaci viene punito penalmente, la Fedeli, invece, infischiandosi della magra figura, continua a stare in quella poltrona, senza pensare neanche per pudore a dimettersi.
Il paradosso è che è la Fedeli, senza arte né parte, a decidere sul cammino che occorre seguire per diventare insegnanti, infatti lei pensa di bandire un concorso nel 2018 senza tenere conto di chi ha già lavorato nella scuola, tanto che i docenti precari che non hanno maturato 36 mesi di servizio presso le scuole, dovranno ritornare all’università per conseguire 24 cfu in discipline psico-antropo-pedagogiche, perché, secondo la Fedeli, l’abilità di un insegnante è basata sugli effettivi giorni di servizio prestati nelle scuole. Ma non finisce qui, dopo aver superato il concorso si comincia con il tirocinio nelle scuole. Quindi, dopo che un insegnante ha già lavorato nelle scuole, ha già fatto le sue esperienze percependo anche lo stipendio intero come i docenti di ruolo, si ritorna indietro, e come la Fedeli prevede, visto le sue competenze in ambito scolastico, i vincitori del concorso dovranno effettuare un tirocinio, e solo alla fine di tale tirocinio, se i docenti verranno valutati positivamente diventeranno di ruolo. Tale tirocinio, a quanto trapela da alcune indiscrezioni, sarà basato su supplenze nelle scuole che verranno pagate con 400,00 € al mese, uno sfruttamento allo stato puro, in quanto un insegnante guadagna mensilmente almeno sui 1000,00 €, ma la Fedeli ha tenuto conto di quanto si possa fare con una cifra irrisoria di 400,00 € al mese? La Fedeli sa quanto costa affittarsi una casa, sostentarsi e mantenere una famiglia?
Agli insegnanti non manca il coraggio di lasciare la propria famiglia per andare a lavorare, i giovani non sono choosy come li definiva la Fornero. I veri choosy sono i politici che dovrebbero rappresentarci, ma che in realtà pensano solo al proprio tornaconto, sono loro a non avere le capacità di adattamento necessarie a vivere in condizioni di miseria, in condizioni di precarietà, perché si sa i giovani oggi lavorano, domani chi lo sa, invece i politici le loro poltrone difficilmente le abbandoneranno.
Dunque, tornando ai nostri 24 cfu in settore psico-antropo-pedagogico potremmo ottenerli tornando all’università, spendendo dai 600 ai 1000 €, ma queste ulteriori competenze ci serviranno a poco perché cambiato il ministro dell’istruzione, il successivo, e considerato che ogni ministro che si è succeduto ha sempre peggiorato le cose rispetto al suo predecessore, potrebbe decidere che quelle competenze siano inutili e definire ulteriormente il percorso degli insegnanti continuando a farli studiare. La Fedeli dovrebbe lasciare la poltrona da ministro e prendere una sedia da studente per conseguire abilità e conoscenze che non possiede.

Silvia Adragna

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