Riforma. Scatti di “merito” e chiamata diretta dei docenti. Altra sonora bocciatura da sondaggio Gilda

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Tra Governo e docenti ormai è rottura. A dimostrarlo un ulteriore sondaggio, questa volta svolto dalla Gilda degli Insegnanti che boccia il sistema "meritocratico" proposto dalla riforma Renzi.

Tra Governo e docenti ormai è rottura. A dimostrarlo un ulteriore sondaggio, questa volta svolto dalla Gilda degli Insegnanti che boccia il sistema "meritocratico" proposto dalla riforma Renzi.

I partecipanti al sondaggio sono stati 2.734 insegnanti, tramite il software specializzato SurveyMonkey e constava di 9 domande che riguardavano scatti di anzianità, precari, reclutamento, carriera, merito, programmi di studio, alternanza scuola/lavoro, e finanziamenti privati alla scuola pubblica statale.

I dati più significativi in termini di risposte negative riguardano gli scatti di anzianità, la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici e le progressioni di carriera basate sul merito e attribuite al 66% dei docenti ogni tre anni.
Alla domanda “siete d'accordo con l'abolizione degli scatti di anzianità” (Q4), l'84,32% ha risposto “per niente”, il 9,24% “poco”, il 4,16% “abbastanza” e il 2,28% “molto”. Risultati in linea con quelli del quesito successivo “come giudicate la proposta di istituire un percorso di carriera che premi soltanto il 66% degli insegnanti ogni triennio” (Q5), al quale l'81,41% ha risposto “pessima”, il 10,86% “discreta”, il 5,49% “buona” e il 2,25% “ottima”.
Rispetto alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici (Q3), il 76,88% si è dichiarato “per niente favorevole”, il 13,18% “poco favorevole”, il 6,74% “abbastanza favorevole” e il 3,20% “molto favorevole”.
Anche la proposta di far scegliere i programmi di studio ad alunni e famiglie (Q6) incontra il marcato disappunto degli insegnanti: il 73,05% si definisce “per niente d'accordo”, il 21,28% “poco d'accordo”, il 4,34% “abbastanza d'accordo” e l'1,33% “molto d'accordo”.

Interpellati sul tema dell'immissione in ruolo dei 148mila precari attualmente inseriti nelle GaE (Q1), quasi la metà (49,01%) degli insegnanti ha risposto di essere “molto d'accordo”, il 27,47% “abbastanza”, il 14,05% “poco” e il 9,47% “per niente”.
In merito al metodo di reclutamento, il 44,81% si dichiara “molto d'accordo” all'assunzione soltanto tramite concorso, dopo lo svuotamento delle GaE” (Q2), il 25,64% “abbastanza”, il 16,13% “per niente” e il 13,42% “poco”.

Il potenziamento dell'alternanza scuola/lavoro (Q7) viene considerato invece complessivamente positivo: per il 34,75% dei docenti è “buono”, per il 32,96% “discreto”. A ritenerlo “ottimo”, invece, è il 20,30% mentre incassa un giudizio “pessimo” dal 12%.

Tendenzialmente negativa la posizione espressa in merito all'ingresso di risorse private per finanziare la scuola pubblica statale (Q8): “poco d'accordo” il 33,80% e “per niente d'accordo” il 30,80%, contro il 27,40 che si dichiara “abbastanza d'accordo” e l'8,01% “molto d'accordo”.

La maggioranza dei partecipanti al sondaggio, infine, accoglierebbe positivamente la possibilità di dedurre fiscalmente contributi volontari che le famiglie versano alle scuole (Q9). “Molto favorevole” risulta il 47,22%, “abbastanza favorevole” il 33,50%, “poco” il 10,90% e l'8,38% “per niente”.

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