Riforma, il Miur fornisce indicazioni su come realizzare il Piano triennale dell’offerta formativa. Anief: la confusione aumenta

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Anief – Il Ministero dell'istruzione fornisce le attese indicazioni sull'elaborazione del PTOF, il Piano Triennale dell'Offerta Formativa previsto dal comma 14 della Legge 107/2015, che dovrà essere approvato entro il 16 gennaio.

Anief – Il Ministero dell'istruzione fornisce le attese indicazioni sull'elaborazione del PTOF, il Piano Triennale dell'Offerta Formativa previsto dal comma 14 della Legge 107/2015, che dovrà essere approvato entro il 16 gennaio.

Tuttavia, la comunicazione ufficiale, la nota n. 2805 dell’11 dicembre, oltre che giunta fuori tempo massimo, non chiarisce né tantomeno risolve diversi punti oscuri del farraginoso impianto creato con la riforma.

Anzi, le indicazioni fornite dal Miur moltiplicano ancora di più le contraddizioni. Ad iniziare dal dato sulla previsione del fabbisogno di organico, che “nel PTOF dovrà tenere conto anche delle necessità legate alle supplenze, ma dando priorità all'attività progettuale”, scrive la rivista Orizzonte Scuola. Si tratta, tuttavia, di una richiesta impossibile da realizzare, perché le scuole quest’anno si ritrovano per lo più personale aggiunto, attraverso la fase c) del potenziamento, circa 48mila nuovi assunti, che però non avevano richiesto.

“Sono docenti precari assunti al buio – spiega il presidente Anief, Marcello Pacifico – catapultati nelle scuole senza ancora aver realizzato il Piano triennale dell’offerta formativa, la cui stesura si realizzerà solo tra un mese. È come se si realizza una casa partendo dal tetto e non dalle fondamenta. E non c’è solo questo. Perché se sembra facile comprendere il futuro meccanismo di reclutamento affidato ai dirigenti scolastici e le conseguenze sui docenti assunti con il potenziamento degli istituti e sugli oltre 100mila che faranno domanda di mobilità, grosse nuvole si addensano sulla copertura dell’effettivo fabbisogno di organico espresso dalle singole scuole autonome in rapporto all’individuazione dei posti contra legem relativi al futuro concorso a cattedra. Questi, infatti, sono stati definiti dall’amministrazione centrale, senza tenere conto delle richieste delle scuole”.

“E lo stesso metro contraddittorio – continua Pacifico – è stato adottato pure per la scelta del personale da assumere. Perché se è assodato che nella scuola il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario è fondamentale, non si comprende perché con la riforma non è stato assunto nemmeno un Ata. Perché senza di loro non è possibile prevedere attività didattiche e progettuali. Né tantomeno attuare quell’autonomia degli istituti che la Legge 107 sembrava volesse ampliare”.

“A tal proposito – dice ancora il presidente Anief – ci chiediamo come sia stato possibile chiedere ai collegi dei docenti del personale docente, scegliendolo su sette aree disciplinari, molto ‘larghe’, comprendenti oltre 150 classi di concorso. Perché se è vero che le aree sono state prescelte dalle scuole con modalità gerarchica, dalla prima all’ultima, alla fine della fiera agli istituti sono stati assegnati i docenti precari disponibili nelle graduatorie. Con tantissimi casi di docenti approdati nelle scuole abilitati in discipline diverse da quelle che servivano. Ma non solo. Perché tutto ciò è avvenuto senza le indicazioni del nuovo Pof, che infatti verrà varato solo a metà gennaio”.

“La frittata dell’amministrazione sarà poi completata a giugno, quando verranno istituti gli ambiti territoriali. Con una mobilità che si prospetta senza precedenti, per mole come per disorganizzazione. Con i neo assunti della riforma rimescolati nella centrifuga dei trasferimenti più o meno coatti. Nel frattempo, quasi tutti i docenti immessi in ruolo con il potenziamento della fase c) faranno i tappabuchi. Francamente – conclude Pacifico – parlare di miglioramento dell’offerta formativa in questa situazione appare davvero bizzarro”.

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