Riforma. Centemero: assunzioni, distinguere tra chi insegna e chi no. Stato giuridico, ci vuole il docente junior, intermedio e senior

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“La cosiddetta Riforma Renzi è semplicemente una sorta di libro bianco sulle scuole, con alcune idee non ancora tradotte in forma concreta”. Elena Centemero (responsabile scuola di Forza Italia) riassume così la posizione del suo partito sulla Riforma.

“La cosiddetta Riforma Renzi è semplicemente una sorta di libro bianco sulle scuole, con alcune idee non ancora tradotte in forma concreta”. Elena Centemero (responsabile scuola di Forza Italia) riassume così la posizione del suo partito sulla Riforma.

Quali sono i pregi del testo della Riforma Renzi e cosa, invece, andrebbe modificato?

Sicuramente nella Riforma ci sono idee che aprono nuove prospettive all’interno del sistema scolastico. Non si può certo definire una Riforma allo stato attuale, ma una sorta di libro bianco sulle scuole, in cui sono presenti alcune idee non ancora tradotte in forma concreta.

Esistono, tuttavia, dei temi di particolare interesse, condivisi da sempre da Forza Italia. In particolare: la valorizzazione dei docenti attraverso un sistema di responsabilità e di valutazione; la valutazione del sistema scolastico; l’importanza di studiare sin dalla prima elementare la lingua inglese; la valorizzazione del lavoro di coloro che hanno contribuito al miglioramento della scuola. Parlare di miglioramento vuol dire non soltanto premiare gli studenti, ma potenziare il rapporto tra scuola e territorio.

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Inoltre riteniamo che ci debba essere una stretta connessione tra il mondo scolastico e quello lavorativo. Letizia Moratti ha introdotto il primo Decreto Legge su scuola e lavoro, legandolo all’autonomia delle scuole. Da quel momento il sistema si è sviluppato a macchia di leopardo e ha riscosso successo in alcune regioni (Lombardia e Trentino Alto Adige, per esempio).

L’alternanza tra scuola e lavoro dovrebbe essere obbligatoria ovunque, negli istituti tecnici come nei licei. Sarebbe anche un modo per motivare maggiormente i nostri ragazzi allo studio, traducendo in concreto i loro sforzi con stage e tirocini all’interno di aziende.

In che modo queste proposte potrebbero tradursi in fatti?

Innanzitutto è necessario che si faccia chiarezza sul finanziamento. Bisogna, cioè, capire quali sono le cattedre a disposizione, attraverso una mappatura regione per regione. Forza Italia ha sempre presentato emendamenti per capire effettivamente quali fossero i posti disponibili.

Poi sarà necessaria una copertura finanziaria per assumere i precari. A tal proposito, si dovrà fare attenzione al momento delle assunzioni: nelle graduatorie a esaurimento ci sono insegnanti molto validi e persone che non hanno mai messo piede in una scuola. In questo caso sarebbe utile fare un censimento, mentre al momento sembra che tutti debbano essere assunti, indipendentemente dall’esserne idonei (e cioè aver già insegnato) o meno. Questo provvedimento rischia di tagliare fuori i giovani veramente capaci.

Che ne pensa della questione sulla meritocrazia?

Quello che auspichiamo è una valutazione dei docenti per merito e non per sola anzianità. Si dovrebbero distinguere tre tipi di insegnanti: junior, intermedio e senior. Ovviamente, la prima differenza si vedrà nella retribuzione.

Dopodiché, si potrà passare da un comparto all’altro previa valutazione. Dunque, si creerebbero ruoli differenti: il docente senior, ad esempio, è quello più preparato in quanto lo ha già dimostrato sul campo; per questo motivo sarà in grado anche di occuparsi della formazione del docente junior.

Lo scatto per merito contiene al suo interno una filosofia che crea differenze non soltanto economiche, ma nello stato giuridico dell’insegnante. La Riforma Renzi  prevede un Preside e un docente Mentor;  manca del tutto un’importante figura intermedia, senza la quale il docente non può sentirsi davvero realizzato. In questo senso vorremmo che si investisse maggiormente sulla valorizzazione dei docenti.

Le vostre proposte per combattere il precariato?

Nella scuola si deve entrare solo per concorsi. In questo modo possiamo cambiare concretamente la situazione che abbiamo ereditato dal passato. Nello specifico, quindi, andrebbe subito bandito un concorso per le classi esaurite e poi nel 2015 un altro per TFA e PAS.

Per quanto riguarda gli insegnanti di III fascia, ritengo che nella scuola possa insegnare solo chi ha ottenuto un’abilitazione. Mantenendo i TFA, oppure il sistema delle lauree per l’insegnamento, si potrà conseguire l’abilitazione. Inoltre va inserito un apprendistato di formazione, che copra un intero anno scolastico (da settembre a giugno) in cui chi insegna lo fa attraverso una sorta di sistema duale, con ore di formazione nell’Università e nelle scuole.

Ovviamente sappiamo che per realizzare una Riforma in questi termini non basterà un anno soltanto, ma è bene che approfittiamo di questo momento favorevole ai mutamenti per gettare le basi di una vera e sostanziale modifica dell’intero sistema scolastico.

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