Sciopero del 5 maggio. Preside condannato per aver precettato i collaboratori scolastici. Miur paga 3.000 euro di spese

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Il Tribunale del lavoro di Torino ha condannato, il 26 luglio scorso, un dirigente scolastico per aver ordinato a 6 collaboratori scolastici di prendere servizio il 5 maggio, in occasione dello sciopero contro la "Buona Scuola".

Il Tribunale del lavoro di Torino ha condannato, il 26 luglio scorso, un dirigente scolastico per aver ordinato a 6 collaboratori scolastici di prendere servizio il 5 maggio, in occasione dello sciopero contro la "Buona Scuola".

Il giorno prima dello sciopero il dirigente aveva firmato una circolare in cui chiedeva ai dipendenti cosa avrebbero fatto per l'indomani. La CISL ha presentato ricorso per condotta antisindacale:" Non esiste l'obbligo di comunicare la scelta di scioperare, ma chi risponde deve mantenere quanto ha annunciato. E tra quelli che non hanno risposto il preside ne ha scelti sei per essere sicuro di poter aprire la scuola".

Il magistrato ha condannato il dirigente, perché precettare i dipendenti è condotta antisindacale; inoltre il MIUR dovrà pagare 3.000 euro per le spese processuali ed al preside è stato imposto di affiggere all'albo della scuola copia della  sentenza.

Il preside si è difeso affermando:" Sono un sindacalista anch’io, per me il diritto allo sciopero è sacro, ma prima vengono la sicurezza e la salute di studenti e lavoratori". 

Il giudice, però, non è stato dello stesso avviso:"La presenza di minorenni nella scuola non giustifica la precettazione".

L'ordinanza aggiunge che in questi casi la scuola si può chiudere se non c'è personale. 

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