Mobilità, per il tribunale di Venezia sedi assegnate in modo casuale. Altro che algoritmo

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Oggi, il Tribunale di Venezia ha bocciato il Ministero per quanto riguarda le operazioni di mobilità avvenute questa estate.

Secondo i giudici, è stato dichiarato illegittimo il trasferimento di una docente lucana a Venezia.

La motivazione alla bocciatura delle operazioni di mobilità avanzata dal Tribunale è semplice quanto disarmante. Ricostruendo in tal modo la disciplina delle operazioni di Mobilità, si giunge – scrivono i giudici nella sentenza 2010/2016, come comunicatoci dall’Avv Cardone – a “legittimare un sistema per cui l’individuazione della sede di destinazione avverrebbe in modo sostanzialmente casuale, dipendendo fondamentalmente dall’ordine più o meno incautamente indicato dal docente all’atto della domanda, a danno di chi ha richiesto tra le prime preferenze ambiti territoriali maggiormente appetibili, in cui era più probabile il superamento da parte di docenti con punteggi maggiori, con violazione del principio di imparzialità di cui all’art. 97 Cost. fatto proprio dall’art. 28 DPR 487/97, in base al quale nei procedimenti concorsuali della PA va prioritariamente accontentato chi ha un punteggio maggiore”.

Una motivazione che smonta, alla base, quel sistema informatico, quell’algoritmo che ha causato brutti sogni ai docenti questa estate, catapultandone molti lontano da casa e dalla famiglia, spesso seguendo meccanismo poco comprensibili. Dello stesso avviso sembrerebbe anche il tribunale di Venezia, forse avevano ragione i docenti.

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