Mobilità. Mi sento più precaria di prima. Lettera

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Caro Orizzonte Scuola, mi rivolgo a te perché sarebbe utopistico aspettare risposta dagli organi preposti.

 Tu ormai rimani l’unica valvola di sfogo di noi docenti. Parlando di mobilità mi sono riproposta di non farmi coinvolgere dalle dispute tra futuri immessi e docenti di ruolo, ma proprio non ce l’ho fatta e vorrei esporre il mio punto di vista. Premettendo che tra i futuri immessi ci sono anche docenti che hanno alle spalle anni di precariato e che per motivazioni personali non hanno potuto o voluto fare domanda di immissione in ruolo lo scorso anno, secondo me in Italia, non essendoci equità di trattamento, è come giocare alla roulette  solo che non si gioca con il denaro ma con le vite nostre e delle nostre famiglie.
Semplicemente ritengo che per i futuri immessi le cose non cambierebbero se si mettessero a disposizione dei docenti di ruolo tutti i posti per la mobilità e poi successivamente fare le immissioni in ruolo per i posti disponibili. Ricordo che gli immessi in ruolo dell’anno scorso hanno dovuto fare domanda per tutta Italia, allora per non usare un peso e due misure sarebbe logico fare le immissioni in ruolo sui posti rimanenti. Tanto i docenti di ruolo se ottengono trasferimento lasceranno il loro attuale posto per le immissioni in ruolo. È una questione di giustizia sociale.
Una docente che si sente più precaria di prima, anche se immessa in ruolo con la roulette del a.s. 2015/2016.
Cordiali saluti,
Prof.ssa Maria Vita Pace

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