Istituti tecnici, arriva la riforma: docenti formati dalle aziende, più ore di indirizzo e meno alla parte generale, PCTO già dal secondo anno

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In dirittura di arrivo la riforma degli istituti tecnici che porterà a un dialogo più stretto con il territorio, il mondo imprenditoriale e della ricerca. Una riforma che punta anche alle competenze dei docenti e che prevede un potenziamento del PCTO che partirà già dal secondo anno.

Flessibilità

È la parola d’ordine che sottintende la riforma degli istituti tecnici che a breve sbarcherà al CSPI per il parere di rito. Infatti, vengono introdotte delle quote di orario a disposizione della scuola che vanno dal 14,8% per il biennio, al 17,6% per il secondo biennio e 43,75 per il quinto anno, con il fine di attivare attività collegate al territorio. Un utilizzo non obbligatorio, ma facoltativo.

A ciò si aggiunge anche la quota dell’autonomia pari al 25% dell’orario con il fine di potenziare gli insegnamenti o di attivarne dei nuovi. Percentuale che per il quinto anno diventa del 30% con lo scopo di attivare, in coerenza con il PECUP, tirocini, stage, percorsi orientativi e rafforzare i collegamenti con il mondo del lavoro anche a livello internazionale.

Riformulazione degli orari

La riforma prevede anche una rimodulazione degli orari, che vengono così articolati:

  1. primo biennio: 1221 ore parte generale (sarà ridotta di 99 ore), 891 ore parte di indirizzo (sarà aumentata di 99 ore)
  2. secondo biennio 990 ore (parte generale), 1122 ore (parte di indirizzo)
  3. quinto anno: 990 complessive (462 ore parte generale, 528 ore parte di indirizzo. Con riduzione di 33 ore ciascuna).

Arrivano i patti educativi 4.0

Si tratta di accordi che gli istituti tecnici e professionali possono instaurare con ITS, Università, enti di ricerca, di formazione, nonché imprese con lo scopo di condividere il bagaglio di conoscenze e usufruire di laboratori avanzati, nonché di realizzare percorsi PCTO innovativi.

Docenti in azienda

Altra novità riguarda la formazione dei docenti. In fatti questi potranno effettuare corsi di formazione all’interno delle aziende con le quali le scuole instaureranno rapporti di collaborazione. Una soluzione che punterà a una maggiore interrelazione tra i due mondi e una acquisizione di conoscenze da parte delle istituzioni scolastiche che potranno spendere ai fini del potenziamento dell’offerta formativa maggi0rmente corrispondente al mondo del lavoro.

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