WhatsApp e mail, i docenti sommersi da un mare di notifiche: esiste un equilibrio tra la necessità di comunicare e il diritto al tempo libero? Cosa dice la normativa

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Negli ultimi anni, il boom delle tecnologie ha portato a un’ondata incessante di comunicazioni digitali nel settore scolastico. Da email a messaggi su WhatsApp, la vita degli insegnanti è stata immersa in un mare di notifiche, spesso fuori dall’orario di lavoro. Ma esiste un equilibrio tra la necessità di comunicare e il diritto al tempo libero?

Molti docenti lamentano la necessità di controllare costantemente le circolari pubblicate sui siti delle scuole, anche fuori orario. Con l’avvento delle comunicazioni digitali, la tradizionale circolare cartacea ha perso terreno, ma ha anche lasciato un vuoto normativo. Una lettrice mette in evidenza la frustrazione di molti: circolari pubblicate a tutte le ore, notifiche anticipate su WhatsApp e la sensazione di non poter mai “staccare”.

Se da un lato le tecnologie hanno facilitato la diffusione rapida delle informazioni, dall’altro hanno anche creato confusione. Gruppi WhatsApp, canali Telegram ufficiali e una serie infinita di chat hanno reso difficile per gli insegnanti distinguere tra ciò che è urgente e ciò che può attendere.

Ma esiste una soluzione? Sì, ed è il “diritto alla disconnessione”. Questo principio è citato nel CCNL “Istruzione e Ricerca” 2016-2018, all’art 22, e sostanzialmente stabilisce che gli insegnanti non dovrebbero essere connessi 24/7. L’obiettivo è garantire un equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata. Questo significa che:

  • Gli insegnanti non devono rimanere sempre connessi.
  • Non sono responsabili per problemi tecnici fuori dal loro controllo.
  • Ogni scuola dovrebbe definire chiaramente le regole e gli orari in cui il personale deve essere reperibile.
  • WhatsApp & co. non possono sostituire i canali ufficiali di comunicazione, come email e siti web istituzionali.

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