Webquests (indagini su internet). “Il grande maestro del futuro”, alla ricerca di alternative: un’UdA per la secondaria di primo grado

È impossibile negare l’impatto che la tecnologia ha avuto oggi sulle nostre vite. Internet, che è stato con noi da oltre quarant’anni, ha pervaso quasi ogni orifizio della società moderna. Trascende culturale, fisico e confini spaziali; comprende mondi sviluppati e in via di sviluppo; avere un indirizzo e-mail o un sito web è diventato un luogo comune come avere un telefono e ora i professionisti dell’ELT stanno sperimentando l’uso di blog e wiki nei loro contesti didattici. Lo usiamo per comunicare tra di noi su base giornaliera, oraria o base istantanea; ad essa ci rivolgiamo per approfondire le questioni che ci riguardano; possiamo viaggiare indirettamente agli angoli più remoti del mondo in un lampo; giochiamo per divertirci, scarichiamo musica e video e lo facciamo la nostra banca.
La capacità di usare Internet
Le scuole, come prototipi delle comunità in cui viviamo, devono ovviamente fornire un’educazione che non solo abbraccia Internet, ma fornisca anche ai nostri studenti la capacità di usarlo (o qualsiasi altra informazione i progressi tecnologici a cui porterà in futuro) in modo saggio, produttivo e a beneficio della società.
Non sarebbe saggio tenere le nostre porte chiuse all’uso della tecnologia informatica nelle nostre classi
Considerando l’effetto che Internet ha avuto nella vita di tutti i giorni, scrivono Ayfer It & Steve Neufeld, non sarebbe saggio tenere le nostre porte chiuse all’uso della tecnologia informatica nelle nostre classi e non dotare i nostri studenti delle competenze di cui hanno bisogno per sopravvivere nel mondo reale. Questo è forse il motivo più convincente che spinge molti educatori a provare integrare la tecnologia dell’informazione in classe; percepiamo la necessità di fornire un collegamento razionale tra ‘educazione’ nelle nostre scuole e il contributo alla società che gli studenti daranno dopo la laurea. Ci sono molte alternative per gli insegnanti che sono disposti a sperimentare e incorporare la tecnologia dell’informazione in loro insegnamento in classe, sia come supporto didattico che come strumento per facilitare l’apprendimento.
Il WebQuest
In questo articolo, il focus sarà su uno di questi strumenti: il WebQuest.
I WebQuest sono stati sviluppati in America da Bernie Dodge nel 1995, principalmente per gli insegnanti della scuola secondaria e per l’utilizzo con diverse discipline indipendentemente dalle fasce di età dei suoi utenti.
Dodge (1995) definisce WebQuest semplicemente come “un’attività orientata all’indagine in cui alcune o tutte le informazioni con cui interagiscono gli studenti con risorse provenienti da Internet…” Sottolinea ulteriormente l’importanza delle WebQuest in un’intervista dicendo che è uno strumento che crea il “grande” maestro del futuro (Dodge, 2000).
Usare le informazioni attivamente per raggiungere un certo scopo
Gli insegnanti che hanno esperienza professionale nella preparazione e nell’implementazione in classe confermano che l’essenza delle WebQuest risiede nel compito assegnato che, sostanzialmente, adesso, richiede un ordine di pensiero superiore. In altre parole, non ci si aspetta che gli studenti ricevano solo le informazioni in modo passivo, ma piuttosto che le usino attivamente per raggiungere un certo scopo.
Indulgere in un pensiero critico che implica “risoluzione di problemi, giudizio, analisi o sintesi”
Fondamentale, per questo approccio, è che lo studente non debba semplicemente sedersi davanti al computer e rispondere ad un elenco di domande, ma indulgere in un pensiero critico che implica “risoluzione di problemi, giudizio, analisi o sintesi” come affermato da March (1997), che ha lavorato a stretto contatto con Dodge e che ha dato contributi significativi alla promozione e allo sviluppo del concetto di WebQuests.
L’uso di WebQuests mette in evidenza l’importanza dell’insegnante nell’impostare i compiti pertinenti alle esigenze degli studenti
Sarebbe utile e necessario ripetere un fatto noto: l’uso della tecnologia non sostituisce il ruolo dell’insegnante in classe. Al contrario, l’uso di WebQuests mette in evidenza l’importanza dell’insegnante nell’impostare i compiti pertinenti alle esigenze degli studenti. Il ruolo principale dell’insegnante è quello di fungere da facilitatore, utilizzando le loro conoscenze sul background educativo degli studenti per decidere come gli stessi studenti possano far avanzare al meglio il proprio intelletto. Nonostante il fatto che le fonti su Internet forniscano un’ottima opportunità di apprendimento, soprattutto attraverso l’uso di approcci innovativi come WebQuests, sono gli insegnanti che svolgono il ruolo cruciale nel concepire, progettare, implementare e valutare con successo le WebQuest.
Implicazioni pedagogiche delle WebQuests
La ragione di fondo per usare WebQuests – come scrivono Ayfer It & Steve Neufeld – non è semplicemente la popolarità di Internet o del Web, ma piuttosto le implicazioni pedagogiche che il suo uso promette all’insegnante innovativo.
Le WebQuest rappresentano un’opportunità unica capace di combinare un’ampia gamma di pratiche didattiche efficaci in un’unica attività, integrando tecnologia, impalcature, apprendimento collaborativo, pensiero critico, valutazione autentica e costruttivismo, tutto in un unico pacchetto.
March e i tre contributi principali
March (1998) elabora questo tema in termini di tre contributi principali che WebQuests ha sugli studenti apprendimento.
Il primo di questi è aumentare la motivazione degli studenti ad apprendere attraverso la sfida di affrontare compiti autentici, che richiedono loro di risolvere un problema, di fare un confronto o di costruire un’ipotesi in relazione a un reale-situazione di vita utilizzando fonti reali; sono motivati perché lo sforzo che devono mettere nel compito assegnato va oltre le mura dell’aula.
I compiti di WebQuest richiedono agli studenti di riflettere sulle proprie prospettive, rafforzando così il legame tra loro e il compito. Si sviluppano, così, capacità di pensiero critico attraverso l’uso di una situazione di vita reale che richiede gli studenti a costruire una soluzione adeguata a un problema.
Aanalizzare, sintetizzare e trasformare le informazioni raccolte
Gli elementi di psicologia cognitiva e il costruttivismo sono incorporati nell’attività WebQuest poiché agli studenti non è richiesto solo di comprendere le informazioni raccolte ma anche analizzarle, sintetizzarle e trasformarle in qualcosa di nuovo aggiungendone di proprie prospettive che diventano evidenti nel completamento del compito assegnato
L’impalcatura
L’impalcatura è un altro importante contributo, in quanto gli studenti sono guidati, passo dopo passo, verso il compito principale, completando una fase alla volta. Insieme questi aiutano gli studenti a sviluppare una comprensione approfondita dei principali problemi con cui si confrontano attraverso il consolidamento delle loro conoscenze pregresse con le nuove informazioni che scoprono. Questo fornisce loro una risposta alle strategie da utilizzare quando incontrano di nuovo un problema simile in un contesto diverso attivando i loro schemi.
L’opportunità di collaborare: il supporto tra i pari
L’ultimo impegno, come si legge ne “Il giornale online turco di tecnologia educativa”, è quello di creare un’opportunità di collaborazione dal momento gli studenti devono lavorare insieme per completare il compito assegnato: un elemento vitale dell’approccio centrato sul discente. Le attività collaborative riducono la sensazione di isolamento degli studenti che possono avere quando incontrano problemi per la prima volta, poiché ci sarà un supporto tra pari fornito attraverso il gruppo opera. Ciò contribuirà anche a mantenere la motivazione a un livello più elevato poiché devono continuare a lavorare insieme verso raggiungimento di un obiettivo comune.
I progetti per le scuole
Sono numerose le esperienze già attuate, talvolta da anni, nelle scuole italiane che si servono della metodologia WebQuest. è pur vero, però, che ci sono realtà nelle quali non si sa neppure di cosa si stia parlando. Cercheremo, come facciamo sovente, di partire dalle eccellenze, dalle buone pratiche della scuola italiana, affinché si veicoli il messaggio che è necessario cambiare prassi consolidate e, talvolta, molto, troppo vecchie. L’Uda, intitolata “Facciamo un viaggio in italia?”, realizzata dai professori Banchelli A. e Padronetti N. dell’Istituto Comprensivo A. M. Ricci di Rieti, diretto con magistrale competenza dal dirigente scolastico professoressa Paola Testa “è finalizzata alla progettazione di un viaggio di gruppo in una regione italiana alla scoperta del suo patrimonio culturale, artistico e naturalistico e, in un secondo momento, alla elaborazione di un diario (in formato informatico ) che, attraverso parole e immagini, ne documenti le tappe” e si serve proprio di questa importante metodologia. Autori della prova il Prof. Andrea Banchelli, in collaborazione con i docenti di Matematica dell’I. C. “Bassa Sabina” di Poggio Mirteto Montopoli di Sabina (RI).