“We are family”, scarica modello di Patto educativo di corresponsabilità Scuola-famiglia

La scelta del percorso scolastico da intraprendere dopo la scuola Primaria è il frutto di fattori interni ed esterni all’alunno e alla famiglia che fanno sì che il processo di scelta sia, talvolta, piuttosto complesso; se ciò risulta vero per tutti i bambini (non ancora nell’adolescenza), lo è molto di più per quanti sono portatori di una o più disabilità. Se, infatti, alcune forme di stigmatizzazione talvolta alimentano un disinvestimento nei processi formativi di quanti che ne hanno davvero molto bisogno (leggasi, a tal riguardo, quanto espresso da Soresi & Nota, nel testo pubblicato nel 2011), dall’altro, le ricerche scientifiche hanno mostrato quanto il percepirsi come “diverso”, o la percezione che della diversità ne hanno i genitori, possa inibire l’impegno scolastico (come ampiamente, a tal riguardo, ha dimostrato Atkinson nel suo volume edito nel 1973 e molto attuale nonostante i cinquanta anni trascorsi). La propensione contrapposta, all’opposto, è quella di incoraggiare comportamenti attivi che aiutino l’individuo a pervenire ai risultati prefissati e alla propria meta anche per il tramite di una apposita, e quanto mai necessaria, stimolazione dell’autoefficacia, grandezza formativa umana questa che permette di creare una raffigurazione di sé molto positiva tale da sentirsi maggiormente motivati al conseguimento degli obiettivi (come afferma Bandura nel 2005).
Stimolare le risorse necessarie alla gestione della complessità
I docenti (non solo quelli di sostegno, naturalmente) e i dirigenti che si occupano di progettazione degli interventi educativi e formativi (su più livelli e come tenze e diverse responsabilità) e desidero esprimere le loro potenzialità lavorando (e permettendo che si lavori e si viva) secondo un’ottica inclusiva hanno il compito di spingere i giovanissimi e le loro famiglie (che alla fine definiscono e scelte) a scegliere quelle risorse e quelle professionalità necessarie alla gestione della complessità del futuro (come Santilli et. al. nel 2016); questo, naturalmente, risulta essere ancora più importante per quei soggetti, per quegli alunni, per i genitori di quei bambini, che per via della loro fragilità possono esperimentare fallimenti con consequenziale sottostima delle loro abilità (vedi, a tal riguardo, Cornoldi, 2007). Scrivono, nel completo articolo scientifico, Zammitti, Taibi, Magnano, Busà e Seminara, “L’integrazione della persona con disabilità, infatti, si ottiene attraverso il riconoscimento dei suoi diritti, primo tra tutti quello al lavoro. In tale prospettiva risulta certamente un valido supporto quello che può fornire l’orientamento nell’individuazione di un percorso”. Individuazione che è utile per i percorsi professionali, dopo la scuola Secondari di I grado, ma lo è anche al termine della scuola Primaria. A tal riguardo un esempio lo vogliamo portare. Quelli di eccellenza che solitamente desideriamo sottoporre all’attenzione dei lettori. Esempio di “ottima scuola”, di efficienza, ma anche di progettualità. Un esempio che è una testimonianza di coesione tra docenti, tra docenti e comunità scolastica tutta, tra dirigente scolastico e docenti, tra DS e genitori. Una “Comunità” che vive l’emozione della sperimentazione continua, della diemnsione familiare e della eccellente pratica didattica con una attenzione eccellente alla laboratorialità.
Incontro di Orientamento “We are family”
L’esempio che vi vogliamo sottoporre è quello di una scuola che, in questi ultimi anni, ha brillato molto per capacità e competenze gestionali anche dell’inclusione. Perché le scuole che fanno la differenza sono quelle che sono capaci di mostrare attenzione per ciascuno e per tutti. L’Istituto Comprensivo Statale “Renato Guttuso” di Carini (Pa) guidato dal dirigente scolastico prof.ssa Valeria La Paglia che da tre anni si muove lungo il sentiero dell’inclusione con una attenzione particolare a ciascuno dei suoi allievi e a ciascuno dei loro bisogni. Un incontro che vive grazie alla sapiente professionalità di docenti come le professoresse Simona Simonetta, Maria Perissinotti Bisoni, Rosalba Cavarretta, Francesca Lo Iacono, esperta LIS alla guida annualmente del laboratorio specialistico molto partecipato, che propone il brabo “Esseri umani” nella LIngua Italiana dei Segni, Angela Giancana con la sua splendida proposta la drammatizzazione del testo “Elogio della diversità”, Silvana Cannavò, Maria Di Bartolo, Antonella Giaramidaro e come i professori Vincenzo Guastella alla guida del coro che riporta l’attualità di “Imagine” la splendida canzone di John Lennon ed Ennio Spalanca. Un corpo docente, non solo affiatato, ma in grado, grazie a questa eccezionale capacità di progettare inclusione e vovere l’inclusione, di fare la differenza come testimoniano i due interventi dei genitori che di fatto sugellano questo patto di allenza famiglia-scuola. Un patto che la signora Zammataro, mamma di un alunno della scuola, e il presidente del Consiglio di Istituto Umberto Bolignari , papà di un alunno dell’Istituto (ma lo è stato anche di un’altra alunna, già transitata alle scuole secondarie di II grado), siglano con il loro intervento e la loro forte determinazione nelle scelte importanti didattiche, educative, formative e organizzative.
Azioni della scuola per l’inclusione scolastica il piano per l’inclusione
Naturalmente, l’incontro di orientamento, vera novità se nato e vissuto per presentare la scuola come “We are family”, serve anche per presentare, in vista delle conclusione della fase dell’Anno Scolastico dedicata alle iscrizioni, all’Infanzia, alla Primaria e alla Secondaria di I grado, quello che è il Piano per l’Inclusione, riferito a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Il documento, redatto dal Gruppo di lavoro per l’Inclusione (GLI), rappresenta un progetto di lavoro, un prontuario contenente tutte le informazioni che riguardano le azioni realizzate dall’Istituto per l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ma anche l’esplicitazione dei processi attivati ed attivabili in loro favore. “Il P. I. costituisce uno strumento che si propone di indicare pratiche condivise dal personale della scuola, di facilitare l’inserimento degli studenti sostenendoli nell’adattamento al nuovo ambiente, di promuovere tutte le iniziative volte alla comunicazione e alla collaborazione tra scuola, ASP, istituzioni ed enti locali” ha commentato il dirigente Valeria La Paglia.
Il protocollo di accoglienza per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali
L’Istituto – come sottolinea il dirigente scolastico Valeria La Paglia nel ringraziare i tanti docenti che si stanno spendendo in questo percorso innovativo nella dimensione proposta (quella della scuola intesa come famiglia) – ha elaborato il Protocollo di Accoglienza per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, che esplicita l’attenzione della scuola nei confronti degli alunni con disabilità, Disturbi Specifici di Apprendimento o altri disturbi, nonché problematiche e disagio scolastico determinato da fattori ambientali, culturali o linguistici, ed è finalizzato a favorirne l’integrazione e l’inclusione oltre che ad assicurarne il diritto allo studio ed il successo scolastico. Con tale documento la scuola si impegna, quindi, a mettere in atto tutte le procedure e le azioni finalizzate a promuovere un’efficace formazione di tali alunni attraverso l’adozione di strategie didattiche che esplicitino una progettazione didattica ed educativa personalizzata, sia negli obiettivi che nei percorsi formativi. Il Protocollo di accoglienza va inteso come strumento di inclusione all’interno di ogni istituzione scolastica; esso definisce e chiarisce sia le azioni che gli agenti coinvolti dei quali precisa i ruoli e le funzioni. Il protocollo, continua la prof.ssa La Paglia, formalizza le procedure da attuare: a partire dall’ingresso in istituto di un alunno con BES e dalla consegna della diagnosi, fino alla redazione del PDP/PEI e, attraverso il monitoraggio dello stesso, alla valutazione finale delle azioni intraprese. Il Protocollo di Accoglienza si prefigge, in particolare, di delineare prassi condivise di carattere: amministrativo-burocratiche (acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale degli alunni);
- comunicativo-relazionali (prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno della nuova scuola);
- educativo–didattiche (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento dell’equipe pedagogica e didattica);
- sociali (rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e il territorio).
Si allega all’articolo un modello esaustivo di Patto educativo di corresponsabilità Scuola-famiglia per l’Anno Scolastico 2022/2023 elaborato dalla DS Valeria La Paglia.
PATTO EDUCATIVOCORRESPONSABILITA
Circolare n incontro di Orientamento We are family