Voti abbassati, 5 o 6 in condotta: gli studenti che hanno occupato vengono ‘puniti’ dagli istituti. In caso di danni agli edifici passa la linea dura di Valditara
Chi rompe paga. E non solo i danni economici, come nel caso del liceo Mamiani ma anche con il profitto scolastico. Sono le punizioni che alcuni istituti romani hanno introdotto per gli studenti che hanno occupato le scuole lo scorso autunno. Dunque piuttosto in linea con il pensiero del Ministro Valditara, specialmente laddove si sono registrati danni agli edifici.
Senza dubbio severa la decisione del consiglio d’istituto del liceo Cavour di Roma, che ha deciso di punire con il 5 in condotta tutti gli studenti che hanno occupato l’istituto lo scorso 10 ottobre, racconta RomaToday.
Vicenda che ha “smosso” anche la politica, con il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che su Facebook ha commentato pochi giorni fa: “Mi ha scritto la nonna di uno dei ragazzi raccontandomi che hanno ricevuto il 5 in condotta nel primo trimestre e una nota in cui si parla di ‘gravissime mancanze’ e ‘inosservanza delle norme che regolano la civile convivenza’. So che non è un caso isolato e che molte scuole si sono mosse per punire ragazzi e ragazze“.
Nella Capitale anche al Plinio ci sarà il 6 in condotta, decisione già presa prima delle vacane di Natale.
Forse la mano più pesante si registra al Mamiani, che come ricordato in apertura, ha già fatto sapere che l’occupazione ha procurato danni per 10 mila euro. Danni che saranno pagati dai genitori degli studenti, come ha informato la dirigente scolastica Tiziana Sallusti.
Il noto liceo romano però non si è accontentato: non ci saranno viaggi d’istruzione, ci sarà il 6 in condotta e i professori hanno deciso di abbassare i voti, “i 5.5 sono diventati 5 per esempio. E chi è stato furbo e non si è autodenunciato, l’ha scampata bene“, racconta un genitore alla testata locale romana.
Quest’anno la questione occupazioni avevano già scatenato un dibattito, tanto che l’USR a metà novembre aveva già invitato i dirigenti scolastici a “denunciare formalmente il reato di interruzione del pubblico servizio” e anche “gli occupanti”. E che se gli studenti avessero perso troppi giorni di lezione per le occupazioni, avrebbero dovuti recuperarli perché l’anno scolastico per legge è valido con un minimo di 200 giorni di lezioni obbligatorie o meglio la frequenza di almeno 3/4 dell’orario annuale. Sotto tale soglia scatta il recupero.
Mano pesante che trova d’accordo anche il Ministro Valditara, che per quanto riguarda i fenomeni delle occupazioni che hanno generato danni agli edifici, proprio qualche giorno fa ha dichiarato: “Dopo le occupazioni delle scuole, anche a Roma – ha detto il Ministro dell’Istruzione e del Merito– molti presidi mi hanno detto che hanno avuto danni per migliaia e migliaia di euro. Non è più accettabile che non si abbia rispetto per i beni pubblici. Quindi merito, autorevolezza, rispetto sono i valori che abbiamo cercato di immettere nella scuola italiana“.
D’altronde, sin dalle prime settimane di incarico, Valditara aveva “avvisato” sulla creazione di una commissione ad hoc si occuperà della netiquette da tenere a scuola.
“Un tema che mi sta molto a cuore è il tema dell’autorevolezza e del rispetto. Dobbiamo ridare autorevolezza ai docenti e a tutti coloro che operano nel mondo della scuola, dobbiamo ridare autorevolezza, rimettere al centro questa parola, che è fondamentale. E per rimettere al centro il tema dell’autorevolezza noi dobbiamo sottolineare fortemente il principio, questo criterio, questo valore: il rispetto”, ha infatti detto in diverse occasioni il numero uno di Viale Trastevere.
“Il rispetto verso i docenti, verso i dirigenti scolastici, il rispetto verso gli studenti, il rispetto verso i beni pubblici. Cioè – ha spiegato – dobbiamo educare i ragazzi alla cultura del rispetto”, paventando dunque il risarcimento danni in caso di occupazioni.