Vittorio Feltri su dati Ocse: Se sono scarsi i prof figuriamoci gli allievi

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Gli insegnanti sono mal pagati, accettano di guidare una classe pur di avere una occupazione che li strappi all’indigenza, però sono frustrati e vivono la propria condizione quale ripiego pressoché disonorevole.

A sentenziarlo è Vittorio Feltri, direttore di LiberoQuotidiano.it, con un editoriale.

Il loro impegno (riferito ai docenti, n.d.r.) è minimo o assente. Se sono scarsi i professori, figuriamoci gli allievi. Se la scuola fosse alta quanto un tempo, allorché il latino era una materia obbligatoria alle medie, forse i discenti davanti a una locuzione come “ius soli” non avrebbero i brividi tipici di chi è di fronte a un mistero“.

Ispirazione dell’articolo è stato il responso pubblicato di recente sui dati Ocse Pisa, dove gli studenti italiani hanno registrato un calo generale, confermando grosso modo la situazione già fotografata dall’ultimo rapporto Invalsi.

Non c’ era bisogno dell’ Ocse per sapere che gli studenti italiani, specialmente quelli del Sud, sono pressoché analfabeti, non essendo capaci di decriptare uno scritto che non sia elementare. […] Gli stessi professori temo che abbiano difficoltà a spiegare ciò che essi stessi non comprendono appieno“.

Dai dati Ocse all’attivismo ambientalista di Greta Thunberg il passaggio è diretto. Infatti, Feltri prosegue sostenendo nell’articolo che: “La cosa strana è che i ragazzi, pur duri di comprendonio, sono convinti che la sintassi e la grammatica siano pregiudizi borghesi, e si piccano di essere esperti di climatologia. Ascoltano le deliranti teorie di Greta, si persuadono che siano supportate dalla scienza, le fanno proprie e riescono perfino a convincere i giornali di avere ragione nel sostenerle, quando viceversa sono bischerate bevibili soltanto dai bischeri, appunto“.

Pur riconoscendo un problema legato all’istruzione pubblica deficitaria, per Feltri non si tratta del nodo centrale “dell’ insipienza culturale diffusa“; una buona colpa è legata al mancato dialogo in famiglia. “[…] genitori e figli non conversano più a tavola. I primi lavorano e quando rincasano non hanno voglia di parlare e scambiare esperienze e opinioni, tacciono, compulsano il cellulare e se un bambino li distoglie dalle loro abitudini silenti, interrogandoli, rispondono in malo modo: zitto stupidino“.

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