“Virtuale non è reale”, Pellai invita a non sottovalutare l’impatto del digitale sui giovani: “Serve un risveglio dei genitori per evitare i rischi”

In un’epoca dominata dal digitale e da una costante evoluzione sociale, la figura dell’adulto sembra aver perso parte della sua autorevolezza, spesso sopraffatta da un mondo che appare sempre più “adolescente”.
È questa la riflessione da cui muove Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta noto per il suo impegno nella divulgazione scientifica su temi come l’educazione affettiva e sessuale, nell’intervista rilasciata a La Voce dei Berici in occasione dell’uscita del suo ultimo libro “Allenare alla vita”.
Un’adultità “tonica” contro l’iper-protezione
Pellai evidenzia come l’iper-protezione, atteggiamento sempre più diffuso tra i genitori, crei un paradosso: si accompagna ovunque i figli, considerati incapaci di autonomia, per poi lasciarli soli di fronte alle insidie del mondo virtuale. L’esperto invoca un’adultità “tonica”, capace di porre limiti e regole, di accompagnare i giovani anche attraverso le difficoltà, senza timore di apparire severi.
Virtuale vs. Reale: la necessità di una guida consapevole
Il divario tra mondo reale e virtuale rappresenta un altro punto cruciale. Pellai sottolinea come molti genitori rimangano sorpresi di fronte ai comportamenti online dei figli, spesso in contrasto con i valori trasmessi nella vita reale. L’uso precoce e sregolato dei social network può portare a dipendenza, problemi di concentrazione, disturbi del sonno e difficoltà relazionali. Per questo, è fondamentale che gli adulti guidino i minori nell’uso consapevole del digitale, stabilendo limiti e tempi di utilizzo.
Il corpo al centro: per un’educazione affettiva e sessuale responsabile
Un altro aspetto fondamentale è la riscoperta del corpo e della sua importanza nell’educazione affettiva e sessuale. In un mondo sempre più virtuale, Pellai sottolinea la necessità di riportare l’attenzione sul corporeo, superando la visione della sessualità come puro piacere individuale e promuovendo invece il rispetto, il consenso e la responsabilità nelle relazioni.